Una sorta di ‘mini primarie‘, in presenza e online, per la scelta del candidato della coalizione di centrosinistra in vista delle prossime regionali.

Si tratterebbe così di una sorta di sondaggio su una ristretta rosa di nomi, alcuni già in campo: Graziano Milia, Renato Soru e Alessandra Todde.

Mentre il Pd attende di riunire la direzione, martedì prossimo 31 ottobre a Oristano, i Progressisti sparigliano le carte e tornano sull’idea della consultazione popolare “dei cittadini elettori per scegliere tra queste personalità e su altre, istituendo postazioni consultive, articolate per territori, almeno in ogni comune superiore a 15mila abitanti e con più postazioni nei grandi comuni capoluogo”, scrivono in una nota-appello.

Tutto, integrato con una procedura online trasparente ed efficiente, ipotizzano, strizzando l’occhio al M5s che da sempre usa Internet per le sue scelte. I Progressisti incalzano: “Non serve perdere tempo, facendo finta di non vedere l’evoluzione del dibattito politico in Sardegna – scrivono nella nota -, appare inutile tergiversare, anzi dannoso”.

Francesco Agus, Massimo Zedda e i colleghi pendono atto “dell’impegno per la Sardegna di tre autorevolissime personalità politiche che hanno cominciato a mobilitare i cittadini: Graziano Milia, Renato Soru e Alessandra Todde”.

“Nonostante l’unica personalità dichiaratamente disponibile ad affrontare la campagna elettorale a oggi sia quella di Renato Soru – puntualizzano riguardo alle dichiarazioni di intenti ribadite più volte dall’ex governatore -, ritentiamo che non si possa fare più finta che non esistano anche altre possibili candidature a presidente della Regione”.

“Nonostante la nostra posizione chiara a favore delle primarie – sottolineano -, altri hanno escluso di ricorrere a questo strumento democratico. Si proceda, allora, con un’ampia consultazione dei cittadini elettori”.

Si muovono così i Progressisti, evitando di esplicitare le contraddizioni interne ai Democratici e ammiccando ai metodi cari al M5s, e arrivano alla conclusione che “la scelta non può essere limitata ai gruppi dirigenti dei movimenti e dei partiti della coalizione, ma deve vedere coinvolto direttamente il popolo sardo, perché la scelta è importante, decisiva per il destino dei sardi e della Sardegna”.

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