L’individuazione della Sardegna come possibile scelta per il deposito nazionale di scorie nucleari ha scosso l’opinione pubblica. L’ipotesi paventata dal Governo nazionale ha già provocato la reazione contraria bipartisan della politica, con il Consiglio regionale che ha fissato per giovedì 21 dicembre gli stati generali per ribadire il fermo “no” della Regione.

Intanto, fuori dai confini istituzionali, anche le associazioni e i privati cittadini hanno iniziato la mobilitazione. Sempre per giovedì, in concomitanza con i lavori nel palazzo di via Roma, il comitato NonucleNoscorie sarà davanti al Consiglio regionale per un sit-in contro l’individuazione dei siti sardi per il deposito.

“Approfittando dello stato di miseria e di spopolamento in cui hanno indotto i comuni sardi interessati, offrono loro elemosine di sopravvivenza per indurli ad autocandidarsi al suicidio radioattivo” scrivono in un comunicato.

La preoccupazione dell’associazione è infatti quella che alcuni sindaci possano dare disponibilità nei propri territori, visto che il dislocamento del sito è vincolato al sì dei Comuni. “Pensano, non conoscendo i sardi – prosegue la nota – che un singolo sindaco sotto ricatto economico o politico possa vincolare la Sardegna ed il popolo sardo ad una disgrazia irrecuperabile quale è la servitù nucleare”.

Intanto ai lavori del Consiglio parteciperà anche l’Anci insieme ai sindaci delle zone citate nelle carte del Governo.

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