“Un reparto a misura di bambino, accogliente e caldo. Il personale è molto disponibile, attento e ha davvero a cuore la salute dei suoi bambini”. È stato il commento della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, che ha visitato il reparto di Pediatria dell’ospedale San Martino di Oristano, diretto dalla dottoressa Enrica Paderi.

La Garante regionale per l’infanzia è stata accompagnata dalla dottoressa Pupa Tarantini. Una visita per tappe: dal nuovo murale di Manu Invisible, che accoglie i piccoli pazienti e le famiglie all’ingresso, ai corridoi, alle stanze, ma anche alla sala gioco e allo spazio destinato all’istruzione con la presenza di una docente.

Un reparto cresciuto negli ultimi due anni. I medici rimasti in pediatria alla fine del 2021 erano 5, ora sono 9, compresi due liberi professionisti, un pediatra diabetologo e il secondo impegnato nel pronto soccorso pediatrico. C’è poi il supporto al nido, l’assistenza ai parti, gli screening neonatali a tutti i nuovi nati durante la degenza al nido e le visite post-dimissione dei nuovi nati. Un centinaio di pazienti vengono seguiti nell’ambulatorio di diabetologia.

Ancora l’ambulatorio di allergologia e il lavoro del pronto soccorso pediatrico, che non consiste solo nelle visite ai bambini, ma una presa in carico completa di pazienti, talvolta non seguiti da un pediatra o da un medico di base nel loro territorio.

La dottoressa Puligheddu ha aggiunto: “Una nuova visita importante per me. Mi sono posta l’obiettivo di far tappa in tutti i reparti di pediatria degli ospedali sardi e finora quelli che ho visitato hanno, più o meno, le stesse criticità, non ascrivibili a quella struttura singola, ma al sistema. Sono sicura che questo sistema potrà migliorare, solo quando la politica attiverà nuovi investimenti per la salute dei bambini”.

La dottoressa Paderi, che dirige la Pediatria del San Martino, ha affermato: “Sono e siamo tutti e tutte molto grate alla dottoressa Puligheddu per la visita nel nostro reparto. È importante sottolineare che si ha la consapevolezza che il sistema debba essere migliorato e che si abbia anche la disponibilità a risolvere queste criticità, condivise con altre strutture”.

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