(Foto credit: Gialappa’s Band)

Ha scelto di fare il comico “perché vedere ridere la gente è divertente”. E Albert Canepa fa davvero molto ridere, sia quando propone i suoi spettacoli, sia quando scrive testi per altri. Dagli esordi nel 2013 ad oggi, la qualità dei suoi testi è stata più volte premiata.

La sua penna comica ha contribuito fin qui al successo di Lercio, al programma di Raidue “Battute“, a quello radiofonico di “Radio 2 Social Club” e di recente a due stagioni del Gialappa Show su Tv8. Ad aprile tornerà con una terza. Su Sky lo si ricorda per “Goodmorning Vietnam / NSL”, nell’Isola per la co-fondazione del progetto Stand Up Comedy Sardegna.

Ci racconta il suo percorso, i suoi pensieri circa la comicità e com’è lavorare al fianco di mostri sacri della storia della comicità televisiva come Marco Santin, Giorgio Gherarducci e Mago Forest.

Quando ti avvicini al mondo della comicità e della stand up?

La comicità mi è piaciuta sin da quando ero adolescente, quindi ho cominciato a scrivere battute e racconti quando avevo 14/15 anni. Per uso personale. Poi ho iniziato a scrivere pubblicamente con la palestra online di Daniele Luttazzi. Gli utenti mandavano battute sull’attualità e poi lui sceglieva quelle che riteneva migliori. Ti dava consigli. Da un componente di quella palestra è nato Lercio, di cui faccio parte. E tutti i componenti di Lercio hanno fatto quella scuola. Per la comicità sul palco ho iniziato nel 2013: ho partecipato ad un programma regionale comico sia come autore e sia come attore. Poi ho fatto laboratori Zelig, diversi concorsi in giro per l’Italia. Da fine 2014 ho iniziato a fare una comicità più affine alla stand up comedy. Sembra una battuta, ma prima del 2014 facevo la mia comicità seduto. Dopo ho comicità in piedi.

Qual è la differenza tra stand up comedy e cabaret?

Io sono uno di quelli che non ritiene ci siano vere differenze tra le due cose. Più che altro il cabaret racchiude diversi tipi di comicità. Tipo quella di coppia, la prop comedy, il vaudeville, lo sketch fanno tutti parte del cabaret. La differenza non è nei temi, ma come si portano questi temi. La stand up esiste da sempre. La faceva Paolo Rossi. La faceva Benigni. Grillo fa e faceva la stand up comedy.

Come ti spieghi la buona crescita della stand up comedy negli ultimi anni? Merito di Netflix come dicono alcuni, o ci sono altri fattori?

C’entra la globalizzazione. La stand up comedy è nata nei paesi anglofoni.. negli Stati Uniti, in Inghilterra, Oceania e in alcuni paesi dell’Asia. Il pubblico giovane, i 20enni e 30enni di adesso, segue con internet soprattutto i paesi anglofoni. Molti non lo sanno, ma la stand up come la conosciamo adesso è stata portata nel 2010 dai sottotitoli di Comedy Sucks. Come Netflix, solo che loro lo fanno a pagamento.

Come sei arrivato a lavorare con la Gialappa’s e come ti trovi con loro?

Li ho conosciuti qualche anno fa. Mi avevano visto sul palco in un laboratorio per un programma televisivo Mediaset. Di cui ero anche autore. Il capoprogetto del Gialappa Show, Lucio Wilson, lo conoscevo da più tempo. Dal 2018. Era venuto a vedere il mio spettacolo a Cagliari, non conoscendomi. Durante quello spettacolo l’avevo bonariamente (per me) insultato per tutto il tempo. Da lì comunque è nata una collaborazione artistica, dunque lo ringrazio per questo. Che mi ha portato fino al Gialappa Show. Tutto è iniziato da un insulto (ride, nda).. come mi trovo con Marco e Giorgio? Mi trovo molto bene, sono bellissime persone. Si è creato un bellissimo gruppo. Credo che si veda anche guardando il programma che c’è un clima sereno.

Com’è scrivere per te stesso e invece scrivere per altri?

Per me stesso è più semplice. Penso la battuta, la modifico, la porto sul palco e al massimo la rimodifico. Sicuramente è meno stimolante. Se invece scrivi per gli altri devi pensare come pensano gli altri, avvicinarti al loro stile. Tu fai un passo verso di loro, e loro verso di te. Ci si sceglie tra autori e comici. Forse è una risposta banale, ma è così.

Sono passati tanti anni da Mai Dire Gol. Come ti spieghi il successo rinnovato con Gialappa Show?

Perché i membri della Gialappa’s sono dei geni. Potrei davvero fermarmi qui e non aggiungere altro. Marco, Giorgio e Forest sono dei geni. Come mi spiego il successo? Non mi spiegherei l’insuccesso, in verità. Stare al passo coi tempi conservando il proprio stile è un esempio di genialità. Ad aprile ritorniamo con la terza stagione.

A che punto siamo in Sardegna nel proporre spettacoli comici?

Secondo me ci sono validissimi stand up comedian sia sardi che di fuori, sardi che sono andati fuori. Ci sono spettacoli settimanalmente in tutta l’Isola, molti spettacoli. Non ci si può lamentare. Invito a seguire gli stand up comedian. O di smettere di seguirli dopo aver letto questo articolo.. il conto si pareggia. Battute a parte, vorrei segnalare che nel 2019 c’è stato il Cagliari Comedy Festival. Credo sia l’unico festival di stand up comedy internazionale. Ci sono stati 25 comici, se non sbaglio, tra sardi e della penisola. E nella serata finale c’è stato un comico che ha fatto anche Netflix, Judah Friedlander. Siamo stati anche dei precursori dello stand up comedy nazionale.

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