Dopo aver garantito tutte le attività di supporto all’assistenza a pazienti e strutture in questi ultimi anni con grande professionalità, gli Operatori Socio Sanitari sardi rischiano di andare a casa. Lo denuncia la Fials, lanciando contestualmente un appello alla Regione Sardegna affinché intervenga a risolvere la grave situazione.

“Molti Oss a tempo determinato e a tutt’oggi non stabilizzati stanno raggiungendo il periodo massimo di contratto a tempo determinato previsto di 36 mesi. Superato il quale si vedrebbero negare la possibilità di poter essere stabilizzati. Chiediamo se tutto ciò può essere sottaciuto, lasciando che avvenga l’ennesima ingiustizia a danno non solo dei lavoratori direttamente coinvolti, ma anche dei pazienti e delle strutture. Che non riuscirebbero a garantire le normali attività, tanto meno i picchi di flussi generati dal periodo particolare” spiega il segretario territoriale Giampaolo Cugliara.

A ciò si aggiunge l’indispensabilità di tenere in Ospedale i pazienti solo per il tempo strettamente necessario a gestire le acuzie. Pertanto l’elevato turnover richiede un aggravio di lavoro a carico del personale dedicato anche alle attività domestico alberghiere.

“Per tali motivi chiediamo alla Regione Sardegna che siano attivate tutte le azioni che possano derogare il suddetto limite temporale. Al fine di consentire il prolungamento dei contratti in attesa della stabilizzazione di tutti gli operatori presenti in graduatoria, come già avvenuto in diverse ASL della Sardegna”.

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