Sandro Azzena arriva dai profondi Ottanta ma ha lo smalto di un ragazzino. Macina serate, appuntamenti, racconta la sua vita sui social. Positivo e gentile, come la sua anima, un dj della vecchia scuola che ancora ha voglia di dire la sua nell’affollato mondo delle consolle e, appena può, si allontana dal mondo caotico per occuparsi del suo campo da coltivare.

Il suo viaggio inizia in radio e durante le feste scolastiche, l’occasione per farsi conoscere dai coetanei e iniziare a crearsi un giro. E come sempre, quell’inizio fatto di fatica, contatti, relazioni, trova una svolta decisiva. Siamo nel 1983 al Merak (Oristano) il suo esordio, la sua prima consolle. Ricorda ancora oggi l’emozione: “Non fu una persona in particolare a spingermi verso questo percorso; è piuttosto la sua fascinazione per un lavoro che si colloca tra l’artigianato e l’arte”.

I primi passi: “Cominciai a cercare informazioni e iniziai a risparmiare per acquistare due piatti e un mixer, che allora avevano prezzi proibitivi. Guadagnavo registrando bobine audio per Radio Centrale, rinunciando a gite scolastiche per acquistare i suoi dischi”.

Il percorso, in qualche senso, era già segnato: investire tempo e soldi nella musica. In realtà, lui è già innamorato folle della musica e la radio in tempi non sospetti. Nel 1976, all’età di 10 anni, quando le prime radio libere iniziano a trasmettere, lui si affaccia a mixer e consolle degli studi. Sandro, figlio di un militare esperto in radiotrasmissioni, trascorre molto tempo in caserma, imparando i segreti delle onde radio, le tecniche e le peculiarità. “La prima esperienza come DJ in radio è nel 1980 su Radiofonia 98 MHz, dove selezionavo brani dance e funky”, generi che poi si è portato in dote fino a oggi, come oggetti preziosi in una ideale valigia del tempo.

Nel corso degli anni, Sandro assiste a molte trasformazioni nel mondo della musica, è un testimone importante di quel che accade in Sardegna, soprattutto al centro dell’isola. L’ascesa e il declino di vari generi, la nascita e la fine di serate come Energy Disco, che contribuisce a creare: “Vedevo discoteche trasformarsi e generi musicali evolversi, ma son rimasto sempre fedele alla passione per la musica”.

Questa fedeltà, in qualche senso, lo premia e lo porta a superare stagioni difficili, momenti di difficoltà, covid e generazioni che cambiano. L’età non è quella del ragazzino e riuscire a ritagliarsi uno spazio importante non è da pochi.

“Non dimentico mai le serate che mi hanno soddisfatto e quelle che mi hanno deluso, così come alcuni dischi che suonerei all’infinito, tra cui “Your Love” di Frankie Knuckles e “Blue Monday” dei New Order e quelli di Gino Soccio”. Poi, i segreti della professione, che condivide con noi senza reticenze: “La chiave per far ballare la gente è essere credibili e rappresentativi nel proprio lavoro, non farsi travolgere da mode passeggere e essere sempre onesti”.

Nella grande sfida tra vecchio e nuovo c’è anche la tecnologia di mezzo. I giradischi sono diventati controller con pc, e oggi come oggi ogni DJ è chiamato a riprendere in mano le competenze elettroniche e non fermarsi: “Ricordo con nostalgia la semplicità e la spontaneità del passato, ma apprezzo anche le nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Essere Dj oggi è diverso: richiede meno sacrifici materiali, ma un talento e una presenza unici”.

Sandro Azzena fa in qualche modo rima con Oristano: “Oristano e provincia hanno vissuto un periodo magico e irripetibile grazie all’impegno e la fantasia e il coraggio delle idee di alcune persone”

Le vuole citare tutte perché sono state tappe e figure indimenticabili del suo essere Dj e delle notti di tanti: “Orlando Basciu del WhyNot, il più grande visionario del mondo della notte; Nino Solinas che per primo ha creduto in noi, come organizzazione. Persone come Antonio Sulas & Antonio Falchi (TNT) diventati famosissimi per aver ripopolato il Why not e dato nuova vesti”. Poi ci sono i due compagni di avventura Giancarlo Carboni e Pierpaolo Oppo, protagonisti della più grande discoteca dell’oristanese e anche la più famosa (Energy, ndr) grazie a loro, e poi la grande intuizione di Carlo Usai che realizza una delle location + belle d’Italia, il Menhir. Il grande lavoro per promuovere la musica underground di Marco Benevole, persone come Lello & Attilio che promuovevano una one night iconica e molto underground a San Lorenzo ogni 10 agosto ragazzi e ragazze da tutta l’isola venivano ogni weekend per ballare nei locali della provincia di Oristano”.

L’oristanese, infatti, è stata per anni, insieme ad Assemini, un’altra zona calda nel mondo della notte, ospitando mega-strutture che anche oggi sarebbero avveniristiche. Il solo Why Not di Marrubiu, dotata di più sale con vari generi musicali, impianti avveniristici e animazione, per anni ha rappresentato la tappa di molti nottambuli che da tante altre parti della Sardegna si avventuravano nei sabati sera raccontati dalle canzoni degli 883.

Il presente di Sandro è sempre in azione, figlio di quel mondo analogico. Per le sue performance ha anche un service evolutissimo che lo accompagna e che gestisce in prima persona: “Studio e mi aggiorno di continuo, investo e cerco sempre di offrire il meglio”. L’esperienza gli ha insegnato a gestire anche le serate no, quando l’afflusso è sotto le attese: “Faccio come se ci fossero mille persone, le faccio ballare più e meglio. Quando ci sono mille persone sotto la consolle tutto è semplice, far divertire cinquanta persone è difficile, quella è la soddisfazione vera che spesso diventa ringraziamenti sinceri”.

Poi c’è un’altra soddisfazione, piccola e semplice, che è il suo piccolo orto: “Stare a contatto con la natura è ritrovare Dio, a contatto con gli alberi che sono essere viventi. In questo periodo sto dando una pulizia leggera ai miei alberi di ulivo e agrumi”.

La felicità? “Un concetto semplice. E’ fare quello che ti fa piacere, il lavoro che ami. Se avessi davanti tutte le persone che mi hanno seguito direi solo Grazie, cosa saremo noi senza di voi? Noi Dj chiudiamo un cerchio. Senza il pubblico non potremo esistere”.

Nicola Montisci

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