Il 30 novembre scorso hanno firmato l’accordo per l’accompagnamento alla pensione con Tim, che poi avrebbe dovuto inoltrare le pratiche all’Inps. Ad oggi, però, l’operazione non è andata a termine.

La denuncia è dei lavoratori Tim che, anche in Sardegna, come nel resto d’Italia, sono da mesi senza stipendio e senza pensione.

“Tim tenta di risparmiare facendo cassa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori”, accusano Maurizio Tola, Marcella Cirronis, Maria Luisa Deriu e Alessandro Randaccio, le rappresentanze sindacali Slc Cgil della Sardegna. “In seguito a specifici accordi sindacali azienda e lavoratori hanno usufruito delle norme sull’Isopensione, uno scivolo fino a cinque/sette anni in base al quale Tim avrebbe dovuto firmare un fideiussione con l’Inps per consentire l’erogazione sin da subito dell’assegno pensionistico anche se leggermente ridotto”.

Il sindacato si è rivolto all’Inps per capire le ragioni del ritardo ed è emerso che la responsabilità sarebbe di Tim, in quanto invierebbe le pratiche con diversi mesi di ritardo rispetto alla fuoriuscita dei lavoratori: “È un comportamento recidivo – continuano le sigle sindacali – che sta causando non pochi disagi visto che, nonostante gli accordi firmati, le lavoratrici e i lavoratori restano senza alcun reddito anche per sette mesi”.

Una situazione che ha portato i sindacati a numerosi solleciti e diffide, al momento senza alcuna risposta. “Stiamo parlando di un’azienda che ogni anno investe milioni di euro puntando su spot pubblicitari incentrati su valori etici per farsi bella agli occhi dei consumatori”, concludono Maurizio Tola, Marcella Cirronis, Maria Luisa Deriu e Alessandro Randaccio avvertendo che i legali della Slc stanno valutando la percorribilità di una richiesta di danni e che “in ogni caso, nei prossimi accordi il sindacato chiederà specifiche clausole e eventuali penali nel caso in cui si dovessero verificare simili ritardi”.

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