Nonostante la recente rivolta social dei residenti contro gli automobilisti che corrono selvaggiamente per Cagliari, non si fermano le segnalazioni arrivate alla nostra redazione. Un fiume, da cui abbiamo tratto tre racconti piuttosto gravi.

Questa volta protagonista via Cadello, strada che nel 2022 divenne tristemente nota per la morte di un bambino. Un motociclista non rispettò il passaggio della madre sulle strisce pedonali e scaraventò via il passeggino con esiti tragici.

A raccontarci quanto accaduto ieri pomeriggio, martedì 26 marzo, è Simone. “Stavo portando il mio cane dal veterinario. Mentre attraverso sulle strisce pedonali in prossimità del Parco di Monte Claro, un suv bianco accelera. Lo schivo per un niente e gli faccio cenno di quel che stava per succedere. L’automobilista si ferma, mi viene contro e mi insulta. Intorno ci sono tante persone, tutti guardano ma nessuno interviene. Vedendo che stava bloccando il traffico, il tizio rientra in auto e tenta una improbabile inversione a U per raggiungermi. Poi, viste le auto che stavano passando, ha desistito e se n’è andato”.

Non è la prima volta che rischia la pelle nella stessa strada. “Gli automobilisti a Cagliari non hanno il benché minimo riguardo. Pensano di essere i padroni della strada e non intendono prendersi alcuna responsabilità” aggiunge.

Giulia invece è stata aggredita da un automobilista che non ha accettato un rimprovero.

“Stavo raggiungendo la mia auto parcheggiata. Attraverso sulle strisce, questo accelera e quasi mi prende. Alzo il braccio per segnalare la sua inciviltà. Fa qualche metro, rallenta e si ferma. Mi vede entrare in auto e torna indietro in contromano. Scende dalla macchina e mi urla insulti di ogni genere. Quindi dà un pugno allo specchietto e me lo distrugge. E se ne va. Avevo il cuore a mille dalla paura”.

Riccardo invece era in auto con suo figlio di 7 anni ed è stato rincorso da un giovane per via Cadello.

“Prendo la rotonda per immettermi in via Cadello. Ci imbottigliamo un po’ ma vedo anche un tipo, un tipico gaggio cagliaritano, che col Mercedes arriva di corsa da piazza d’Armi a pochi centimetri dalla mia macchina. Evidentemente o aveva fretta o pensava di avere chissà quale precedenza nella vita. Così per tutta via Cadello mi sta dietro e mi suona il clacson, mi fa gesti e mi insulta. Una tortura che finisce solo quando svolto e cambio strada. Mio figlio era terrorizzato”.

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