(Foto credit: Ansa)

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Christian Solinas e Antonio Moro? Un segretario e un presidente di partito senza dignità e vergogna”. Così Piero Maieli replica alle parole del segretario del Psd’Az che riferendosi a Maieli stesso e a Gianni Chessa ha parlato di un partito “depurato da scorie” a proposito del loro imminente addio dopo l’autosospensione.

Durante la loro gestione hanno sperperato un tesoro enorme di 35.000 preferenze, avrebbero dovuto fare un passo indietro dopo il disastro alle ultime regionali, e invece rimangono attaccati alle poltrone. Di fatto preferiscono distruggere il partito per i loro interessi personali” aggiunge Maieli nelle parole riportate dalla Dire. “Solinas ci definisce scorie, ma vorrei ricordare che parla di chi ha salvato la passata legislatura con provvedimenti legislativi e atti concreti, mentre lui e Moro sono stati due latitanti della politica per cinque anni. La vera scoria radioattiva è proprio Solinas, visto che ormai è respingente per tutti i partiti della coalizione”.

Ancora più netto Gianni Chessa che ufficializza l’uscita dal partito. “L’uscita dal Ps’Az non è un addio personale, ma una scelta che tanti compagni di strada hanno deciso di intraprendere in questi mesi dopo la decisione, scriteriata, dell’attuale classe dirigente dei Quattro Mori di suicidarsi davanti alla pesante sconfitta elettorale. Non è un caso che gli unici eletti in Consiglio regionale siano proprio gli esponenti che più di tutti si sono opposti alla linea dettata da Christian Solinas, con l’obbedienza cieca del presidente Antonio Moro”.

“Oggi il Partito sardo d’Azione, che fu guidato da un uomo probo come Mario Melis, è in mano a una combriccola che vive senza avere alcuna percezione della realtà. Una combriccola autoreferenziale, chiusa, arrogante, che ha svenduto l’autonomia della Sardegna alle logiche leghiste e salviniane”.

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