Ridurre i tempi di attesa delle diagnosi, garantire la disponibilità delle sale operatorie del “Brotzu”, ampliare gli spazi per la chemioterapia, potenziare l’équipe di supporto psicologico e sociale, riaprire il bar.

Sono le principali richieste formulate in un ordine del giorno/appello rivolto al Presidente dell’Assemblea della Sardegna, che ha superato 17 mila 500 firme in dieci giorni, per sollecitare un suo autorevole intervento per affrontare e risolvere i problemi che vivono le pazienti oncologiche del “Businco”. Presentato da Maria Grazia Caligaris, presidente di “Socialismo Diritti Riforme” come ordine del giorno e approvato all’unanimità dai partecipanti alla seconda edizione della manifestazione “Un calcio al cancro”, organizzata dalla Fondazione “Taccia” e dalla sezione di Cagliari della Fidapa, il testo è stato trasformato in petizione raccogliendo il sostegno dei cittadini che hanno condiviso il disagio delle donne in attesa di diagnosi e sottoposte a intervento chirurgico e/o chemioterapia.

Negli ultimi quattro anni – si legge nel documento – la situazione del “Businco”, con particolare riferimento alle problematiche dei tumori femminili ovaio, endometrio, seno, sono peggiorate. Si è proceduto con un accorpamento all’Azienda Ospedaliera “Brotzu” che, senza un’organizzazione adeguata, ha determinato un impoverimento della qualità delle prestazioni. E’ stata smantellato il Reparto di riferimento per la cura del tumore alla mammella (Chirurgia Sperimentale) che nel “Businco” aveva espresso professionalità riconosciute a livello nazionale per il tumore al seno e umanità apprezzata dalle pazienti. Le limitazioni nell’uso delle Sale Operatorie destinate alla Ginecologia Oncologica e alla Senologia non consentono di soddisfare in tempi adeguati la sempre crescente richiesta di interventi chirurgici programmati. Nonostante il “Businco” sia il principale punto di riferimento regionale per le malattie tumorali per ammissione del Direttore Generale del AO “Brotzu” per ottenere una diagnosi le donne devono aspettare 40/50 giorni. Le Sale Operatorie del “Businco” non sono sempre efficienti tuttavia spesso vengono utilizzate da altre strutture ospedaliere per emergenze che provocano gravi disagi alle pazienti in lista d’attesa.

La rianimazione spesso è inutilizzabile dalle pazienti che hanno subito un intervento chirurgico maggiore. Gli accessi all’Oncologico dal territorio oggi al 35% aumenteranno ancora perché chi si ammala ricerca il meglio. Risulta estremamente carente un supporto sociale e psicologico la cui necessità è ormai unanimemente riconosciuta come indispensabile strumento per il benessere globale delle pazienti e dei familiari che condividono una malattia la cui incidenza compromette profondamente gli equilibri della famiglia specialmente in presenza di bambini in tenera età. Le donne sarde – conclude il documento che sarà illustrato al Presidente Ganau – sono molto deluse perché nonostante abbiano segnalato numerose questioni che potrebbero essere risolte da subito non hanno colto da parte dei responsabili della Sanità alcun segnale di presa in carico delle problematiche. Non è più possibile accettare passivamente il disinteresse alla sofferenza delle pazienti oncologiche.