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Da un anno e mezzo gli allevatori della provincia di Nuoro devono pagare un balzello di 25,08 euro a capo per poter esportare fuori dalla Sardegna i propri bovini. E’ il costo dell’esame per la Pcr, obbligatorio dopo che, nel settembre del 2018, è stato riscontrato un focolaio di sierotipo BTV3 della lingua blu con conseguente circoscrizione della “zona infetta” in un raggio di 20 km dal focolaio, successivamente estesa a “zona di sorveglianza” per un raggio di 150 km che avrà una durata di due anni dall’ultimo focolaio).
E’ anche se con i 150 km si lambivano i territori dei comuni di Orgosolo e Fonni si è deciso di estenderla a tutta la provincia di Nuoro. La zona di sorveglianza è costata fino ad ora agli allevatori della provincia Nuoro Ogliastra oltre 121mila euro, visto che sono stati movimentati 4835 capi, con conseguente esame Pcr, una settimana prima dell’imbarco, al costo di 25,08 euro.

“Un aggravio dei costi esagerato – spiega il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis – che incide pesantemente nei bilanci degli allevatori. Riteniamo esagerato il perimetro dell’area di sorveglianza anche perché c’è una rete di controllo e monitoraggio del sierotipo capillare e frequente che garantisce un basso livello di rischio. Ci sono molti animali sentinella, sottoposti mensilmente a verifiche immunitarie, risultate, nel nostro territorio, tutte negative. Cosi come lo sono stati gli esiti della sorveglianza sierologica, entomologica (trappole catturanti posizionate per gli insetti vettori ) e i controlli pre-movimentazione. Ad oggi non ci sono ancora i vaccini per questo sierotipo (si era parlato di marzo/aprile 2019)”.

“I nostri allevatori stanno pagando a prezzo pieno l’esame del PCR a cui devono sottoporre i loro animali che devono vendere fuori dalla Sardegna una settimana prima dell’imbarco – ricorda Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra –mentre in altre Regioni, come la Sicilia, i costi sono stati abbattuti grazie all’intervento dell’assessorato all’Agricoltura e ridotto a costi più sostenibili (circa 6/7 euro a capo). Per questo è necessario – chiosa Serra – ridurre l’estensione della zona di sorveglianza o revocarla anticipatamente, visto che il sierotipo è sotto controllo”.