Proposta Accademia? Una sola firma

Accademia a Cagliari in commissione cultura alla Camera La questione dell’Accademia di Belle Arti mai nata nell’area metropolitana Cagliaritana, area geografica dove le uniche cose che si chiamano Accademia sono i centri estetici e le associazioni culturali è esplosa nel 2016, si è cominciato in chiave didattica e dialettica a ragionare in termini laboratoriali con gli studenti su come la realtà amministrativa Cagliaritana avesse poco attenzionato la sua formazione artistica residente, quasi tamponandola per evitare d’affrontare in maniera risolutiva un non risolto della storia della formazione artistica locale.

A quanto risale questo percorso mai sanato della storia della didattica dell’arte Cagliaritana? Potrei andare molto indietro nel tempo, ma partirò dai tempi in cui era Dirigente Scolastico dell’attuale Foiso Fois Umberto Di Pilla, artista e scenografo molisano, scuola Accademia di Belle di Napoli, che ebbe lo storico merito di fare nascere un pubblico Liceo Artistico di Cagliari nel 1977, in origine è stato prima una scuola privata e poi sede distaccata del Liceo Artistico Ripetta di Roma.

Liceo Artistico e Musicale il Foiso Fois, che dal 1977, ha sempre autodeterminato numeri di studenti che nulla avevano da invidiare allo stesso Ripetta di Roma di cui nasceva costola. Una serie di vicissitudini politiche e di connessioni astrali portarono a fare nascere a Sassari un’Accademia di Belle Arti e non a Cagliari, ma a fronte di una Regione Sicilia autonoma con sette Accademie di Belle Arti, basta questo a giustificare ancora nel 2020 l’assenza a Cagliari di un’Accademia? Perché uno studente d’area metropolitana Cagliaritana si ritrova negati diritti formativi acquisiti in qualsiasi altra realtà metropolitana Europea e Occidentale? Perché un giovane diplomando desideroso d’affontare percorsi d’Alta Formazione Artistica a Cagliari è costretto a emigrare rispetto a un suo altro coetaneo fortunato perché nato in altre aree metropolitane? Possibile che non si legga la relazione tra questo dato e la dispersione scolastica regionale nelle scuole superiori e università, per non parlare dell’emigrazione giovanile, che è la più alta d’Europa parzialmente tamponata solo dall’istruzione liceale artistica? Dal 2016 la questione è divenuta un focus aperto, didattico e dialettico d’alfabetizzazione artistica dell’intero sud dell’isola, un laboratorio aperto anche alla politica amministrativa locale, parsa allora priva di cognizione storica in relazione rispetto quest’anomalia.

La discussione sul tema è cresciuta in maniera esponenziale, arrivando a imporsi con forza nell’agenda politica delle scorse elezioni comunali cittadine, quelle che hanno visto Truzzu affermarsi sulla Ghirra, entrambi affermavano la possibilità fattuale di un’Accademia a Cagliari, il distinguo programmatico era che mentre l’area politica di Truzzu caldeggiava un’Accademia di Cagliari autonoma rispetto a quella Sassarese, l’area della Ghirra sembrava individuare come unica possibilità quella della sede distaccata di Sassari, con un unico indirizzo non attivo a Sassari (non proprio un intervento risoluto e che pareva lasciare immobile il quadro della dispersione scolastica Regionale), ma al di la di questo, si era tutti d’accordo su come fosse indispensabile porre seriamente mano alla questione, in tal senso il consiglio comunale di Cagliari ha poi deliberato all’unanimità che si possa fare nascere un’Accademia di Belle Arti di Cagliari, fatto storico in termini di consapevolezza e cognizione di causa storica sul problema, Negli ultimi quattro anni soltanto il Covid 19 ha tamponato chi politicamente prometteva trasversalmente di perorare la causa, senza nessun distinguo di bandiera politica, i linguaggi dell’arte sono una possibilità fattuale creativa che consente scientificamente d’affrontare e risolvere anche problematiche storiche e antropologiche complesse, ma per essere compresi in tutti il loro potenziale vanno studiati sul serio, perché racconto questo? Proprio perché da anni, una rappresentanza di studenti in laboratorio, chiede (emigrando d’anno in anno), a chi si propone istituzionalmente di ragionare con loro, senza nessun distinguo politico: perché Cagliari ha bisogno di un’Accademia di Belle Arti a cosa servirebbe? Ricevendo come risposte soltanto feed back istituzionali programmatici positivi e incoraggianti in tal senso.

Ma tra il dire e il fare, in quest’isola c’è sempre di mezzo il mare, per questo un encomio all’onorevole Andrea Frailis, oggi mi sento individualmente di farlo, da docente inside, perché da bravo studente in un mondo oramai di formazione permanente, l’onorevole si è addentrato nella questione fino a tradurla in proposta di legge presentata in Commissione cultura, scienza e istruzione alla Camera (altro fatto storico dopo la delibera comunale all’unanimità della giunta Truzzu), unica nota melanconica è stato leggere che sia stato l’unico firmatario a fronte dei molti che sono venuti a trovarci per informarsi in questi anni di riflettori sul tema.

La questione Accademia di Belle Arti a Cagliari va ben oltre distinguo d’interesse propagandistico politico, e in quest’ottica si auspica una valutazione consapevole e serena della commissione cultura, lasciatemi da docente pubblico (costretto a valutare anche in chiave didattica a distanza visti i tempi), che l’iniziativa dell’onorevole merita il massimo della valutazione per impegno e dedizione, nell’interesse della progettazione produttività culturale, artistica ed economica della Cagliari che verrà, anche perché in tempi come questi, qualcuno potrebbe argomentare con faciloneria: A cosa serva un’Accademia di Belle Arti a Cagliari quando con la didattica a distanza si può frequentare una qualsiasi Accademia da casa? Dite che non è così?

Allora non avete il polso di cosa sia l’orientamento a distanza in questo momento della storia e di come gli studenti d’area Cagliaritana siano merce ambita da parte di tutte le Accademie di Belle Arti nazionali.

di Mimmo di Caterino