Secondo l’analisi “L’economia ai tempi del Covid” del centro studi Uil Sardegna presentati dalla segretaria regionale Francesca Ticca e dal responsabile Uiltucs Cristiano Ardau, l’impatto del lockdown sull’economia sarda sarà molto pesante: calcolato sulla base di una settimana di chiusura, vede ben 807 milioni e 2,6% di Pil in meno con 491 euro di ricchezza pro capite che se ne va, più una perdita di retribuzione per i lavoratori sardi di 25 milioni di euro e circa sessantamila posti di lavoro assenti, alberghi e ristoranti i più colpiti.

Nel report sono anche riportate però una serie di proposte per uscire dal tunnel. Con un invito – precisa la Uil – a una semplificazione sugli ammortizzatori sociali “dando certezza sui pagamenti con tempi ridotti di erogazione”. Un altro sos: snellimento e accorciamento di tutte le procedure amministrative con celeri tempi di erogazione delle provvidenze previste dai Decreti “Cura Italia” e “Rilancia Italia”.

Magari ” favorendo il sistema dell’autocertificazione, con controlli ex post sulle pratiche e inasprimento delle pene in caso di dichiarazioni mendaci o assenza dei requisiti di accesso”. In generale – attacca il sindacato – “serve assumere scelte radicali in discontinuità con il passato, con particolare riguardo per i settori strategici; valore aggiunto, numero di occupati, apporto positivo ai conti correnti dello stato e saldo della bilancia tra import ed export, i fattori da tenere in considerazione”. Gli interventi – insiste la Uil – dovranno sempre preservare un rientro nel medio periodo dei valori del rapporto tra debito pubblico e Pil ma senza sottovalutare gli effetti economici e sociali complessivi della recessione.