coronavirus

Un canestro in terrazza per praticare lo sport vietato lontano da casa. O magari un gazebo o una tenda per lo lo smart working nel balcone. Accorgimenti, qualche nuovo acquisto per adattarsi alle nuove esigenze imposte dalla pandemia. È quanto emerge da un’indagine promossa dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Città Metropolitana di Cagliari e del Sud Sardegna, sui cambiamenti nelle scelte abitative dei cagliaritani.

“Dobbiamo innanzitutto distinguere tra le richieste di acquisto di nuovi immobili e quelle di modifica delle residenze in cui si vive già – spiega la presidente dell’Ordine Teresa De Montis -. In questo secondo caso, è come se i cagliaritani, a causa (o per merito, verrebbe da dire) del Covid e delle conseguenti restrizioni alla libertà di movimento, avessero riscoperto il piacere di vivere gli spazi aperti già esistenti nelle loro case, ma fino a quel momento scarsamente utilizzati”. Nasce così il concetto di “dentro e fuori” che consente una continuità, anche stilistica, tra spazi interni ed esterni “Non solo – prosegue De Montis – tra le richieste c’è anche quella di riaprire terrazze e balconi (magari precedentemente chiusi per guadagnare spazio all’interno), o modificarli in modo da renderli accoglienti e abitabili anche nei periodi autunnali e invernali”. Dall’indagine emerge anche una trasformazione nelle relazioni familiari: “Tra le richieste più frequenti c’è ad esempio quella di incorporare la cucina alla zona giorno in modo che chi sta ai fornelli non rimanga lontano dal resto della vita familiare”.

In questa ricerca di maggiore comfort c’è poi quella di adattare gli spazi al telelavoro, con postazioni individuali, dinamiche e accoglienti. “L’obbligatoria e prolungata permanenza domestica fa emergere, in generale, la necessità di avere spazi più ampi. Esigenza che aumenta notevolmente se si hanno figli piccoli – racconta il consigliere dell’Ordine Jari Franceschetto -. Ma tra gli aspetti più interessanti di questa indagine c’è anche il fatto che sempre più persone stanno decidendo di lasciare il centro città (a volte proprio la città) in favore di zone meno trafficate e rumorose o verso le campagne”. Molte le richieste anche per la creazione di nuovi spazi che possano ospitare gli anziani genitori. “Si lavora – spiega Franceschetto – su superfici ampie, magari già di proprietà familiare, dove, con un semplice frazionamento, si ha la possibilità di ottenere due o più unità abitative indipendenti ma che permettono di condividere la vita con gli anziani o i parenti più fragili”.