Massimo 4-5 progetti e non 206, come previsto all’inizio, è il numero dei progetti che la Sardegna deve presentare per ottenere i finanziamenti del Recovery plan. E c’è tutta la disponibilità da parte della Giunta ad accantonarli tutti. Lo ha confermato in Aula lo stesso presidente della Regione, Christian Solinas, all’inizio della discussione sul Next Generation Eu.

Accantonarli, ha precisato, “per definire assieme alle forze politiche del Consiglio regionale, le forze sociali, le università sarde, quattro o cinque grandi progetti realmente innovativi di portata tale da determinare una vera e propria rivoluzione in termini di innovazione, di riqualificazione verde della nostra Isola, di aumento del Pil”. Ad oggi, ha ricordato, “le missioni sono digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute”. Solinas ha poi spiegato che “la Regione ha presentato una serie di proposte che rappresentano il portato di anni di progettazioni che già si trovavano all’interno della pubblica amministrazione, e questo è avvenuto nel quadro di un percorso tracciato dalla Conferenza delle Regioni: l’1 novembre 2020 la Conferenza ha chiesto di definire le priorità e il 2 novembre la presidenza ha trasmesso le linee guida agli assessorati per stabilirle. Il 24 novembre le schede sono state trasmesse al governo e il 25 la conferenza Stato-Regioni ha notificato la chiusura dell’iter”.

Questa progettazione, ha precisato Solinas, “è figlia di un contesto delineato dal Governo precedente ora, in base alle linee di indirizzo del Governo Draghi, abbiamo il dovere di ridurre a 4 o 5 linee d’azione per coinvolgere forze politiche, datoriali e sindacali e per ridisegnare il futuro della Sardegna”.

Recovery: in Consiglio verso odg per cabina regia

Opposizione molto critica ma anche propositiva dopo le dichiarazioni in Aula del presidente della Regione Christian Solinas sul Recovery Fund, sulla disponibilità ad accantonare i 206 progetti già inviati. Il dibattito potrebbe confluire in un odg condiviso per la costituzione di una cabina di regia con l’obiettivo di lavorare sui progetti per la ripresa. Condizionale d’obbligo. Per esempio Cesare Moriconi (Pd) è primo firmatario di una mozione presentata mesi fa: “Stiamo provando a dire la nostra dal 10 giugno scorso, da allora sono trascorsi 265 giorni: cosa non vi piace delle nostre mozioni quando voi oggi volete fare ciò che proponevamo quando c’erano nove mesi di tempo in più?”.

Moriconi ha annunciato che si asterrà rispetto alla votazione di qualsiasi documento che si intenda approvare oggi. Per Massimo Zedda (Progressisti) “il rischio è che le risorse non vengano assegnate, abbiamo perso tempo e per recuperarlo non dobbiamo presentare ordini del giorno mirabolanti ma darci un metodo di lavoro che manca”. In caso di accantonamento dei progetti: “Serve un cronoprogramma per fissare gli obiettivi da raggiungere in funzione degli investimenti che chiediamo all’Europa”. Laura Caddeo (Progressisti) ha richiamato l’importanza della ricerca, “tema trasversale su cui la Regione deve osare perché in Sardegna abbiamo una ricerca di alto valore e l’abbiamo dimostrato durante la pandemia”. Quindi, bisogna investire perché “il deficit della ricerca è quello delle risorse umane, professionali ed economico-finanziarie”.

Piero Comandini (Pd) ha chiarito che “siamo pronti a ripartire da zero, ma abbiamo bisogno di sederci e capire che Sardegna avremo tra 30 anni: questa è una grande opportunità ma anche una grande responsabilità”. Per il centrodestra, Stefano Tunis (Sardegna 20Venti) ha chiesto ai colleghi dell’opposizione uno sforzo per “lasciare da parte le polemiche sui tempi parlamentari. L’occasione è storica e non va sciupata”. Sulla stessa linea Pier Luigi Saiu (Lega): “Ogni gruppo ha l’occasione di dire che idea ha di Sardegna da qui a 30 anni. L’occasione per questa classe dirigente per dare all’Isola un futuro migliore rispetto a ciò che è riuscito a fare chi ci ha preceduto”. Secondo Alessandro Solinas (M5s) “il Recovery plan ci dà l’occasione di trattenere tanti giovani in Sardegna, perché la prossima ondata di emigrazione potrebbe dare il colpo di grazia”