La Senatrice Sandra Lonardo. da Facebook

La senatrice del Gruppo Misto, Sandra Lonardo, nonché moglie dell’ex ministro e attuale sindaco di Benevento Clemente Mastella, tifosissima indifferentemente dei giallorossi del Sannio e degli azzurri di Napoli, ha tenuto fede all’annuncio urlato ieri nel dopo partita Benevento-Cagliari e ha rivolto un’interrogazione al premier Mario Draghi sull’uomo-Var, Paolo Silvio Mazzoleni. L’inesistente rigore su Viola chiesto dai sanniti contro il Cagliari ha addirittura il carattere d’urgenza in parlamento.

Ecco il testo dell’interrogazione della senatrice campana rivolto a Mario Draghi: “Mi rivolgo a Lei, in quanto titolare della delega allo Sport, oggi affidata ad un Sottosegretario, essendo già intervenuto di recente nella vicenda della Super Lega Europea, seppur preso da questioni più importanti -scrive Lonardo-; Tenuto conto che il calcio muove interessi e passioni, per cui è doveroso garantire trasparenza e serenità, a partire dal rapporto tra tecnologia ed uomo, venuto meno nella circostanza della partita Benevento-Cagliari”.

“Si chiede di riferire: dopo le opportune ricognizioni in sede di Lega Calcio e Federcalcio – prosegue la Lonardo -, se siano stati salvati i nastri dei colloqui arbitro-Var della partita Benevento-Cagliari e Napoli-Cagliari. Se sia a conoscenza del fatto che con la complicità dell’ex arbitro Mazzoleni, messo alla guida del Var, in soli sette giorni, il Cagliari evita la sconfitta a Napoli e salva la vittoria a Benevento, annullando con la subalternità dell’arbitro Fabbri a Napoli e revocando, sempre con la subalternità dell’arbitro Doveri, il rigore che è apparso con evidenza macroscopica alla quasi totalità del mondo sportivo”.

“Si chiede di sapere come mai sia stato designato Mazzoleni, dopo l’errore della partita Napoli-Cagliari, anche al Var di Benevento-Cagliari, tenuto conto – asserisce la moglie di Mastella – che l’arbitro Fabbri, direttore di gara di Napoli-Cagliari era stato mandato in esilio a dirigere in Serie B dopo la clamorosa svista arbitrale; se sia a conoscenza, secondo quanto riportato da bergamosportnews.com, dei rapporti tra il fratello di Mazzoleni e il Cagliari di Cellino, proprietario del Cagliari fino a qualche tempo fa, che acquistò una scultura tramite Mario Mazzoleni, fratello del varista del Cagliari, oggi posizionata nel giardino antistante la sede del Cagliari”.

Questo è l’impegno parlamentare della senatrice Lonardo? Se non fosse vero ci sarebbe da pensare ad una bufala. Avesse però controllato almeno Google Maps prima di scrivere. Ce ne occuperemo noi, ma dalle prime indagini nessuno ricorda una statua in via Mameli.

La senatrice, chiede anche “si chiede di conoscere come e con quali mezzi si intenda garantire la correttezza dei risultati calcistici, tenuto conto che il sistema calcio, nel suo complesso, per fortuna, ha retto, nonostante abbia avuto, in alcuni momenti, clamorose cadute di stile, finite in inchieste giudiziarie”.

Ma non paga “chiede, altresì, di valutare la portata economica e sociale per la società del Benevento e per la città di Benevento, di quanto, in negativo, sarà prodotto e se e come la FederCalcio intenda risarcire la società del Benevento Calcio per questa cattiveria arbitrale; se non ritenga, infine, a fronte anche del deficit, che corre verso i 4 miliardi nel Calcio Italiano, con una spesa corrente insostenibile, che crea depressione nel mercato, di intervenire, in maniera efficace, onde evitare problemi economici e sociali, tenuto, altresì, conto che il mancato controllo ed il mancato intervento allontanano i pochi imprenditori italiani, Vigorito tra questi, dall’investire nel mondo del calcio, per cui oggi assistiamo alla presa di possesso delle Squadre della Lega Serie A da parte di fondi stranieri che rischiano di snaturare la fisionomia e la struttura del calcio italiano”.

Intanto il giudice sportivo ha squalificato Pasquale Foggia, direttore sportivo del Benevento, fino al 25 maggio, perché dopo la partita persa dai sanniti con il Cagliari “nel tunnel che adduce agli spogliatoi, rivolto all’Arbitro espressioni gravemente offensive; per avere, successivamente, nello spazio antistante gli spogliatoi degli Ufficiali di gara, rivolto epiteti gravemente ingiuriosi all’Arbitro e al Var, non percepiti dai medesimi soggetti (infrazione rilevata dai collaboratori della Procura Federale)”. Inoltre, conclude il giudice sportivo  “per avere, nel parcheggio interno dello stadio, mentre gli Ufficiali di gara si accingevano a uscire, rivolto al VAR, con atteggiamento intimidatorio, reiterate frasi irriguardose”. Al Ds anche una multa da 10mila euro.