Le domus de janas sono ufficialmente il 61° sito italiano iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La decisione, adottata oggi 12 luglio dal Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Parigi, conferma ancora una volta il primato dell’Italia come Paese con il maggior numero di siti Unesco a livello globale.
Le domus de janas – tombe scavate nella roccia tra il V e il III millennio a.C. – raccontano una storia millenaria di culti funerari, spiritualità e organizzazione sociale delle antiche comunità neolitiche sarde. Il sito riconosciuto si compone di diverse necropoli ipogee sparse su tutto il territorio isolano, soprattutto nella parte centro-settentrionale, dove sono spesso legate a villaggi preistorici e luoghi di culto.
Il Comitato ha sottolineato l’eccezionale valore universale di queste strutture per la loro architettura complessa, simbologia decorativa e continuità d’uso, che ne fanno la più estesa testimonianza di architettura funeraria ipogea del Mediterraneo occidentale. Non semplici sepolture, ma veri e propri santuari sotterranei, capaci di rivelare dettagli cruciali su credenze, rituali e trasformazioni culturali che hanno attraversato millenni.
La candidatura è stata promossa dall’associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle Domus de Janas, con Alghero come Comune capofila, e si basa sul criterio III della Convenzione del 1972, ovvero la capacità del sito di rappresentare una testimonianza unica e insostituibile di una civiltà scomparsa. Il Ministero della Cultura, in collaborazione con il Ministero degli Esteri, l’Unesco Desk Italia, le Soprintendenze, i Musei regionali e le amministrazioni locali, ha guidato il complesso percorso di candidatura, sostenuto anche economicamente dalla Regione Sardegna.
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