Veronica, infermiera ormai da diversi anni, parla con coraggio e con pudore della vita, e della morte, nel reparto Rianimazione dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Ci sono dei casi che non dimentica. Forse per via dell’età dei pazienti, alcuni davvero molto giovani. Forse perché, caratterialmente, è una persona empatica: “La sofferenza te la porti addosso, ti insegue a casa anche se chiudi la porta, il dolore ti arriva dopo il turno di lavoro e non lo puoi fermare. Per questo, per tutto quello che ogni giorno vediamo, per i morti che ho visto stesi nei letti del reparto, tutti uccisi dal Covid, per la memoria di Gigi, il collega del Pronto Soccorso stroncato dal virus nel dicembre del 2020, ho deciso di metterci la faccia”.

Veronica qualche giorno fa ha pubblicato una foto su Facebook, un’immagine che ha fatto discutere: “Un’immagine non per seminare il terrore, ma per lanciare un appello e sensibilizzare gli animi delle persone”. Lei vestita con la tuta e una scritta: “Vaccinatevi”. È scoppiata una bagarre inimmaginabile.

Articoli su giornali locali e nazionali, applausi, ma anche accuse, insulti, minacce. Ora parla. Non vuole darla vinta agli haters, ai no-vax, ai negazionisti che hanno riversato su quella foto la rabbia di tutti i più assurdi complottismi, le accuse più insensate, arrivando alle accuse e alle minacce.

“Il Covid esiste” dice Veronica, “ma esiste anche il vaccino. Tutti i ricoverati nel mio reparto oggi sono non vaccinati: questo è un fatto. Alcuni sono intubati, altri hanno il casco per la ventilazione meccanica. Il virus non scherza. Rinnovo il mio appello: vaccinarsi è l’unica soluzione. Non farlo è da incoscienti. Fatelo per i vostri cari, per le persone che vi stanno vicine. Fatelo per voi stessi”.

La battaglia per sconfiggere il virus è ancora lunga: l’immunità di gregge, con l’80 per cento della popolazione isolana vaccinata, si potrà raggiungere solo a fine settembre.

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