In vista delle elezioni Politiche del 25 settembre 2022, Cagliaripad dà spazio ai candidati ai collegi uninominali di Cagliari e del Sud Sardegna. In questo caso abbiamo fatto tre domande ad Ugo Cappellacci, candidato della coalizione di centrodestra alla Camera.

Commercialista, ex presidente della Regione Sardegna e parlamentare uscente, Cappellacci ha espresso ai nostri microfoni le sue proposte per il futuro della Sardegna.

Nel corso dei prossimi mesi, la Sardegna riceverà molti soldi dal PNRR. Come si possono utilizzare al meglio, quali sono i punti di intervento necessari?

Il PNRR e la nuova programmazione europea 2021-2027 mettono a disposizione della Sardegna complessivamente dieci miliardi di euro. Occorre aggredire il divario infrastrutturale per creare una vera continuità territoriale interna tra territori, creare uno scenario dinamico in cui impresa e lavoro possano muoversi con agilità. La Sardegna deve diventare la base italiana dell’innovazione e della ricerca: ci sono state e ci sono ancora numerose aziende di eccellenza in questo campo. Da questi settori può nascere nuova occupazione, buona occupazione: quella che non richiede di scegliere tra posti di lavoro da un lato e salute, sicurezza e fruibilità del territorio dall’altra.

Analoghe considerazioni possiamo fare per i settori tradizionali, come l’agroalimentare: occorre ridisegnare il rapporto campagna-città, con catene produttive che colleghino le produzioni della prima- in un momento in cui c’è maggiore sensibilità per l’origine e la genuinità dei prodotti- alla seconda, intervenendo sia sulla ristorazione collettiva sia sulla grande distribuzione affinché sia maggiore la diffusione dei prodotti della nostra terra. E’ così che si vince lo spopolamento, che le zone rurali tornano ad essere luogo di vita, di lavoro e, in una nuova ottica, anche siti ideali per i momenti ricreativi e il turismo.

L’Italia sta vivendo una situazione di grande emergenza con il rincaro del costo della vita. Cosa dovrà fare il nuovo governo per superare questo momento?

Ogni bolletta scatena un dramma familiare o mette a repentaglio la vita di un’azienda. Occorre intervenire subito, lasciando da parte la campagna elettorale almeno su questi aspetti. Cosa si può fare subito? Tagliare le tasse che incidono sul costo dell’energia, aumentarle invece sugli extraprofitti di aziende come l’ENI che stanno divorando utili mentre gli italiani stringono la cinghia, agire subito per scollegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Noi, con il presidente Berlusconi in testa, stiamo chiedendo un Recovery plan europeo proprio per soccorre la popolazione in una situazione drammatica, che sul piano economico rischia di avere effetti più gravi di quelli della pademia.

Quale sarà il suo primo atto concreto per l’isola in caso di rielezione?

Due proposte di legge sono già pronte, perché le ho presentate già nel mio primo mandato. Purtroppo maggioranza di diverso colore politico le hanno frenate in Commissione. La prima è per trasferire dallo Stato alla Sardegna le funzioni e le risorse sulla continuità marittima, la seconda è per l’istituzione della zona franca della Sardegna.

C’è una terza legge in cantiere e riguarda le risorse per la continuità territoriale aerea ed una quarta per dare “gambe” ai numerosi progetti per la città metropolitana di Cagliari. Sono stato assessore alla Programmazione del capoluogo e in quegli anni gettammo le basi per una ruolo da protagonista della città nel Mediterraneo. Sono convinto che quell’idea sia ancora valida e che la nostra città possa diventare un modello di quella Sardegna che guarda il mare non più come un limite o un confine ma come il principio delle nuove sfide e delle opportunità per le nuove generazioni.

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