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Sta suscitando molte polemiche il progetto del Governo Meloni di rispolverare dopo vent’’anni il metanodotto Galsi di cui si parlava all’inizio degli anni Duemila. L’accordo internazionale di cooperazione energetica Italia-Algeria siglato in questi giorni – che fa schizzare in alto le quotazioni del Gasdotto Algeria Sardegna Italia – è stato duramente criticato oggi da Legambiente. Secondo l’associazione ambientalista non è questa la strada da seguire per rendere l’Italia davvero indipendente dal punto di vista energetico. Occorre, invece, accelerare lo sviluppo e la diffusione delle rinnovabili, dell’efficienza, delle reti e degli accumuli, e far in modo che anche la Sardegna possa dare l’esempio diventando un laboratorio della transizione energetica ed ecologica del Paese e per il Green Deal europeo.

“Evocare il metanodotto del Galsi progettato nel 2002/2005, allo stato attuale, è improponibile e vorrebbe dire far arretrare l’ambiente e l’economia della Sardegna di trent’anni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.– La nostra associazione conosce bene il progetto Galsi perché in quegli anni se ne era occupata con attenzione formulando numerose osservazioni nella procedura di VIA e dando anche una valutazione in generale positivaDa allora sono passati 20 anni ed il mondo dell’energia ha preso un’altra direzione di chiusura netta nei confronti delle fonti fossili in conformità alle indicazioni dell’IPCC e della UE. Per questo e per uscire dalla dipendenza dall’estero è fondamentale accelerare la diffusione delle rinnovabili, delle comunità energetiche, delle reti e degli accumuli, e realizzare tanti grandi impianti a fonti rinnovabili, da quelli eolici a mare a quelli a terra, passando per l’agrivoltaico, velocizzando gli iter autorizzativi. Evitiamo inutili passi indietro che di certo non fanno bene al Paese”.

“Siamo convinti – aggiunge Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – che lo sviluppo ambientale ed energetico incentrato sulle rinnovabili sia la base per promuovere anche quello economico e sociale. Tema su cui stiamo lavorando molto a livello territoriale e il nostro auspicio è che la Sardegna elabori con urgenza proposte forti e convincenti, definendo una programmazione ambiziosa e orientata alla transizione energetica incentrata sulle fonti pulite. L’affermazione delle rinnovabili e la rivoluzione digitale rappresentano i due motori di sviluppo e i punti cardine della lotta ai cambiamenti climatici, secondo le linee prioritarie indicate dalla UE. La sfida che si apre per gli scenari regionali è di fare in modo che la transizione energetica sia sostenibile anche dal punto di vista sociale diventando un’occasione di inclusione e di sviluppo economico del territorio”.

“La Sardegna conclude Vincenzo Tiana, responsabile Energia di Legambiente Sardegna – affronti con un ruolo attivo la sfida della innovazione per riconvertire il comparto produttivo e creare anche nuova occupazione. Riteniamo pertanto che la prospettiva obbligata per la Sardegna sia l’applicazione ancora più rigorosa del PNIEC Piano Nazionale Integrato Energia Clima. Come associazione, a livello territoriale, continueremo il nostro impegno per mettere al centro del nuovo sistema produttivo la valorizzazione delle risorse primarie dell’isola: sole, vento e paesaggio, anche per ridurre la dipendenza dei sistemi locali e non esporsi a ricatti geopolitici!”.

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