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Non si ferma la protesta degli studenti universitari di tutta Italia contro il caro affitti che attanaglia i giovani fuori sede che scelgono di intraprendere un percorso di formazione lontano da casa per un futuro lavorativo migliore.

Dopo le polemiche scaturite dall’affermazione del ministro dell’Istruzione Valditara, il governo Meloni ha annunciato di voler sbloccare 660 milioni di euro da destinare a nuovi posti letto.

La città di Cagliari è stata tra le prime a seguire la mobilitazione studentesca partita dall’Università La Sapienza di Roma, poi arrivata a Milano, Bologna e Firenze.

Anche nel capoluogo sardo, infatti, i prezzi medi degli affitti per studenti e studentesse fuori sede sono sempre più alti.

Come riporta l’associazione UniCaralis, nel 2022 a Cagliari i prezzi medi sono aumentati del 18,6%: precisamente si parla di 11,1 euro per metro quadro.

Una situazione in linea con l’andamento nazionale dove si contano 40mila posti letto disponibili a fronte di 800mila studenti fuori sede. “Le risorse – scrive l’associazione studentesca – non vengono concentrate per combattere il caro affitti o realizzare nuove strutture universitarie, ma piuttosto sono indirizzate ad agevolare i servizi di posti letto privati. È previsto un abbassamento solo del 15% del canone di mercato, una percentuale che non si può considerare neanche lontanamente sufficiente per quantomeno attenuare il problema”.

Nel corso degli anni, i fondi per gli studenti fuori sede in Italia sono diminuiti sensibilmente: si passa dai 20 milioni del 2020, ai 15 milioni del 2021 ai 4 milioni del 2023.

“Per questo aderiamo alla iniziativa di UDU – prosegue UniCaralis – e chiediamo che vengano considerate seriamente proposte come l’incremento dell’esistente fondo affitti per studenti fuori sede, il blocco dei rincari degli affitti e il contrasto alla locazione in nero”.

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