L’Arnas Brotzu insieme ai due ospedali S.Michele e Businco, l’Aou di Cagliari e i vari presidi ospedalieri di tutto il territorio regionale, sono in default per i numerosissimi contagi tra operatori e pazienti. La denuncia arriva dall’Usb Sanità: “Adottare il metodo della ripartizione dei posti letto Covid in ospedali ‘Covid free’, così come avevamo preannunciato si sta rivelando fallimentare, inefficace e pericolosa, come testimonia l’aumento esponenziale dei contagi sia fra i ricoverati che fra il personale”.

L’Unione del sindacato di base ha più volte sollecitato in diverse circostanze di riorganizzare gli ospedali “Covid free” in maniera tale da renderli idonei per poter ospitare e curare i pazienti positivi. “Abbiamo invece assistito a un continuo scarica barile tra le istituzioni e i sindacati compiacenti – protesta la sigla sindacale – fino a non predisporre tutti gli accorgimenti strutturali, logistici, tecnologici e organizzativi e poter riconoscere il rischio infettivo agli operatori, coinvolti loro malgrado nella gestione dei pazienti positivi”.

“Gli espedienti impiegati – prosegue Usb Sanità – per dare una parvenza di serietà e di base scientifica alla procedure adottate sono molteplici e tutti risibili: dall’indicazione di tenere le finestre delle camere aperte, che in una situazione di caldo estremo come quella che stiamo vivendo ed a fronte delle indicazioni di Inps e Inail che prevedono la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione con temperature sopra i 35 gradi, sembra più una provocazione che una soluzione, alle separazioni funzionali, – un semplice paravento per essere chiari – posti nei corridoi a separare la zona pulita da quella infetta, per finire con il personale sanitario che, costretto a fare la spola fra i pazienti negativi e quelli positivi ed a ripetere più volte per turno in totale mancanza di sicurezza le operazioni di vestizione e svestizione dei dispositivi individuali di protezione, viene sempre più spesso accusato di essere l’untore perché non rispetterebbe le procedure e le norme igienico sanitarie”.

“È invece chiaro che le responsabilità sono delle amministrazioni sanitarie e dei servizi di prevenzione e protezione – aggiunge la sigla sindacale – sempre più appianati alle politiche del datore di lavoro di turno. Non è che adottando una procedura più o meno fantasiosa si possa pensare di evitarle. Perché è palese che si sta sottoponendo in maniera consapevole al rischio del contagio i pazienti, anche quelli fragili e con multimorbilità, facendo conto, con un incredibile gioco d’azzardo e con una bella dose di cinismo, sulla minor pericolosità del virus e sulla ridotta entità dei sintomi, e che si sta alimentando un circolo vizioso nel quale la già grave mancanza di operatori sanitari viene accentuata dal diffondersi del contagio dovuto alla totale mancanza di sicurezza nella quale sono costretti ad operare”.

Per questo Usb Sanità presenterà un esposto alle Procure della Repubblica nei territori della Sardegna “dove le ‘bolle Covid’ stanno producendo gli effetti più negativi e nefasti ma, al contempo, continueremo a mobilitarci per richiedere in tutte le sedi l’unica cosa che può evitare tutto questo: assunzioni, stabilizzazioni, investimenti”.

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