In vista delle elezioni Politiche del 25 settembre 2022, Cagliaripad dà spazio ai candidati ai collegi uninominali di Cagliari e del Sud Sardegna. In questo caso abbiamo fatto tre domande a Claudia Medda, candidato della coalizione del Terzo Polo al Senato.

Avvocata, dipendente di Intesa San Paolo ed ex assessora al Comune di Cagliari, la Medda ha espresso ai nostri microfoni le sue proposte per il futuro della Sardegna.

Quali sono per lei le priorità della Sardegna sulle quali occorre lavorare con urgenza a livello nazionale?

Sicuramente la Salute: dobbiamo ridurre le disuguaglianze relative all’accesso e alla qualità delle cure, recuperare il deficit di cure causato dalla pandemia da Covid19 con un piano straordinario per le liste d’attesa, riorganizzare l’assistenza territoriale e gli ospedali di prossimità anche in un’ottica di prevenzione, promozione della salute e continuità delle cure.

Occorre investire al meglio i fondi a disposizione, soprattutto sul capitale umano, affinché la remunerazione sia adeguata al carico di lavoro e alle responsabilità, questo permetterebbe di limitare l’emigrazione dei professionisti verso l’estero.

Dobbiamo accelerare su una sanità connessa, veloce, personalizzata: troppo spesso si arriva da uno specialista solo quando la condizione fisica accende il campanello dell’emergenza. E’ urgente l’adozione di tutti i decreti attuativi del Testo Unico delle Malattie Rare e inserire nei LEA le malattie croniche invalidanti ad oggi escluse.

Quindi Scuola e Università. In Sardegna la dispersione scolastica è al 13%, i NEET (giovani che non studiano, non fanno formazione e non cercano lavoro) sono il 23,6%. Dobbiamo recuperare efficacia e aiutare le ragazze e i ragazzi sardi a sviluppare il loro talento. Vogliamo venire incontro alle esigenze delle famiglie introducendo il tempo pieno per tutti gli studenti delle scuole primarie, vogliamo estendere l’obbligo scolastico a diciotto anni riducendo di un anno il corso di studi superiori per allinearci agli standard europei e anticipare così l’ingresso dei giovani all’università o nel mondo del lavoro. Proponiamo il riconoscimento della “cittadinanza universitaria” per supportare l’autonomia abitativa degli studenti assicurando loro servizi abitativi, sanitari, amministrativi e di mobilità.

In linea con gli obiettivi del PNRR vogliamo riformare la Formazione professionale secondaria secondo il modello degli ITS per aiutare i nostri giovani ad acquisire le competenze tecniche e trasversali necessarie per il loro inserimento nel mondo del lavoro.

L’Italia sta vivendo una situazione di grande emergenza con il rincaro del costo della vita. Cosa deve fare il governo per superare questo momento?

E’ fondamentale che il Governo dia piena attuazione al PNRR, un piano di 221 miliardi che permetterà di modernizzare il Paese in settori strategici: dalla transizione ecologica al digitale, dall’istruzione alla salute, dalla mobilità sostenibile all’inclusione sociale con ricadute importanti sul mercato del lavoro.

Occorre combattere il fenomeno dei contratti pirata e ogni forma di sfruttamento introducendo il salario minimo e utilizzando leve fiscali come il “minimo esente” (ciò che è indispensabile per vivere non può essere oggetto di tassazione) e l’imposta negativa per innalzare il reddito dei lavoratori: è indispensabile sostenere chi non ce la fa e vive sotto la soglia di povertà assoluta ma allo stesso tempo dobbiamo incentivare il lavoro, integrando i salari più bassi e offrendo concrete opportunità di sviluppo professionale. Occorre invertire la distorsione causata dal reddito di cittadinanza eliminando ingiustizie e iniquità e migliorare lo scambio di informazioni tra chi cerca e chi offre lavoro, consentendo alle agenzie private di accedere ai dati dei percettori del RDC affiancando i centri per l’impiego nella ricerca di lavoro.

Quale sarà il suo primo atto concreto per l’isola in caso di elezione?

In questo momento avverto grande preoccupazione da parte delle Imprese sarde che temono di non sopravvivere all’aumento del costo dell’energia. Proporrei misure che consentano alle imprese di rateizzare i pagamenti delle bollette, con l’intervento dello Stato quale garante dei finanziamenti concessi da banche e finanziarie. Il mio pensiero va anche ai Sindaci che, soprattutto nei piccoli comuni, temono di dover lasciare le città al buio.

In questo contesto è fondamentale incentivare l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia (inclusi i sistemi di accumulo), con una procedura più snella per la creazione degli impianti o velocizzando l’iter delle comunità energetiche. Nel breve periodo il Governo deve proseguire la politica della riduzione della dipendenza dal gas russo riattivando e potenziando gli impianti esistenti e rafforzando la strategia sulle energie rinnovabili.

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