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Ha fatto indignare gli animalisti un video postato su Instagram nel quale un pilota di drone, riprende un gruppo di fenicotteri presenti nello stagno di S’Ena Arrubia (Arborea) li fa involare e, accanendosi su di loro, li insegue con il drone sino a disperderli in direzione dello stagno di Tzrugu Trottu dove è presente una linea elettrica sulla quale spesso questi uccelli rimangono uccisi.

Per questo la delegazione Lipu di Oristano ha inviato una segnalazione al Corpo Forestale, alla sindaca di Arborea e all’assessorato regionale all’ambiente.

“S’ena Arrubia – si legge in una nota firmata da Gabriele Pinna, delegato provinciale Lipu Oristano – è una Riserva Naturale (ex L.R. 31/1989), dal 1977 Zona di importanza internazionale per la Convenzione di Ramsar, inserita nelle aree protette di Rete Natura 2000 e Oasi Permanente di Protezione Faunistica e di Cattura (LR 29/1998). Questo stagno è un importante sito di sosta e alimentazione per il fenicottero rosa nel corso del suo nomadismo nel Mediterraneo. Riteniamo che il pilota sia incorso nell’infrazione prevista dall’articolo (5 comma (3 della Legge Regionale n. 23 del 29 luglio 1998 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna che vieta ogni atto diretto, o indiretto, che determini non solo l’uccisione e la cattura ma anche il disturbo di tutte le specie di fauna protetta, anche sotto il profilo sanzionatorio, incluse in un elenco parte integrante della legge e presenti in gran parte nello stagno di S’Ena Arrubia come il Fenicottero rosa, la Spatola, la Garzetta, il Falco di palude e il Falco pescatore. Poiché il fenomeno del disturbo con i droni ha assunto aspetti esponenziali incontrollabili abbiamo chiesto al Corpo Forestale che vengano poste in essere azioni sanzionatorie e repressive al fine di contenere questo deleterio fenomeno di disturbo dell’avifauna. Riteniamo inoltre che se anche le aree umide dell’oristanese, che comprendono sei Zone Ramsar e numerosi altri siti che fanno parte della Rete Natura 2000, non siano, al momento, no fly zone, resta il fatto che se quelle zone sono state individuate per la ricca biodiversità, motivo di per sé sufficiente per evitarne il sorvolo e il disturbo dell’avifauna. La salvaguardia dell’ambiente è la ragione stessa dell’esistenza delle aree protette”.

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