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“Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”. La celebre frase di Mao Tse-tung, utilizzata dal patron di Tiscali in un post su Fb per riassumere questi tempi per la Sardegna, è stata interpretata da molti come l’annuncio di una discesa in politica di Renato Soru in vista delle prossime elezioni regionali.

“La Sardegna ci appare stanca, disorientata, senza un progetto comune, incapace di immaginare un futuro diverso rispetto alla eterna condizione di povertà e ritardo di sviluppo – scrive Soru nel post -. Confuso è il tempo che viviamo, ma anche straordinariamente ricco di opportunità. Per alcuni, l’opportunità è quella di poter battere più facilmente il centro-destra alle prossime elezioni regionali. Per altri è quella di sostituire una classe dirigente che si è dimostrata incapace di governare. L’occasione di ripartire con altre persone, più preparate e capaci di impegnarsi a cambiare per quanto possibile”.

“Credo che possiamo osare di più nelle nostre attese – prosegue l’ex presidente della Regione -. Alzare lo sguardo alle opportunità di un’Europa che ridefinisce la propria identità attorno ai valori della qualità ambientale, dell’istruzione, dei saperi e della creatività, dell’apertura e dell’inclusione. La transizione energetica, la transizione digitale, la diffusione dei robot e ora dell’intelligenza artificiale disegnano un cambiamento epocale e un presente di opportunità come la Sardegna non ha mai avuto nel suo passato. Possiamo credere ed investire impegno e speranze nella forza propulsiva di questa transizione multicolore.

Possiamo pensare alla nostra Isola come alla culla di questi cambiamenti, un luogo in cui riconsiderare i valori, definire un progetto che ci permetta di uscire dalla trappola della povertà che ci attanaglia. Che ci coinvolga tutti, nella speranza e nell’impegno per realizzarlo, e nell’orgoglio di consegnare alle nuove generazioni l’eredità di un nuovo futuro”.

Esplicitamente di ritorno di Renato Soru parla in un commento nel suo Osservatorio il giornalista Mario Guerrini. “La prima domanda è perché rientri – si chiede -. Il mio personale pensiero è che i riflettori della politica sono un richiamo irresistibile per tutti coloro i quali li hanno già sperimentati. I suoi detrattori dicono che abbia troppi interessi da tutelare. E se non scende in campo i rischi di pericolose cadute siano per lui molto alti. Comunque, nell’aridità di figure politiche, nel deserto di nuove espressioni di spessore, nella mediocrità di birilli travestiti con ruoli istituzionali, il contributo di Renato Soru è da non sottovalutare. Ma non è un nuovo profeta”.

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