Lavoro nero, finti part-time, orari estenuanti e paghe da fame. Questo il ritratto del settore turistico in Sardegna tracciato dalla Filcams Cgil regionale, che lancia la campagna itinerante “Il turismo è lavoro” per denunciare le condizioni precarie in cui operano migliaia di addetti.
Con oltre 73mila lavoratori nel solo comparto alloggio e ristorazione, in gran parte stagionali e part-time, il turismo rappresenta un pilastro dell’economia isolana. Eppure, secondo la segreteria regionale del sindacato, Nella Milazzo, continua a essere anche una delle aree più vulnerabili allo sfruttamento e all’illegalità.
Il dato che allarma arriva dall’Ispettorato del Lavoro: nel 2024, il 55,2% delle aziende ispezionate in Sardegna nel settore turistico presentava irregolarità, tra lavoro nero, violazioni degli orari e carenze nella sicurezza.
“Si lavora 60 ore alla settimana spesso con finti part time – spiega la segretaria Milazzo – in nero o con forme di lavoro grigio che nascondono illeciti e abusi, spesso subiti pur di lavorare”.
Secondo l’Inps, nel 2023 il 72,4% dei lavoratori del comparto aveva un contratto a termine e la retribuzione media annua si fermava a 9.910 euro, contro i 17.642 della media regionale nel settore privato e i 23.622 euro della media nazionale.
“Parte proprio da questi numeri la necessità di promuovere campagne di sensibilizzazione come “Il turismo è lavoro”, con l’obiettivo di dare visibilità al settore e far capire che tanta parte di una bella vacanza è merito proprio di chi opera dietro le quinte, delle tante professionalità alle quali però, troppo spesso, non solo non viene riconosciuto alcun merito ma nemmeno alcun diritto” scrive il sindacato.
“Chi riduce i costi del lavoro pensando solo ad aumentare i profitti rovina la stessa immagine della Sardegna, rende un cattivo servizio all’intero settore e alle tante imprese, per fortuna ci sono anche queste, che operano nella legalità rispettando norme e contratti”.
Per la Filcams invece, per far crescere il turismo, anche a vantaggio delle stesse imprese, il lavoro deve essere di qualità, stabile, regolare, con retribuzioni dignitose, con carichi sostenibili. “Chi li trasforma in lavoretti senza dignità non è degno di operare nella filiera turistica” chiosa Milazzo.
La campagna di sensibilizzazione “Il turismo è lavoro”, è articolata in 32 tappe nelle località turistiche da Nord a Sud dell’Isola. Fino al 30 settembre i delegati e le delegate del sindacato viaggeranno sul Camper dei Diritti per dare risposte e informazioni direttamente nei luoghi dove si lavora, centri turistici e spiagge.
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