Il 2 giugno l’Italia celebra la Festa della Repubblica, un ‘compleanno’ della rappresentanza democratica della volontà del popolo. E fu proprio quest’ultimo a darle i natali, il 2 (e il 3) giugno del 1946, quando si andò a votare il referendum istituzionale per scegliere se passare a una diversa forma di governo (una repubblica) o se mantenere la monarchia con a capo i Savoia, al potere da ben 85 anni (di cui 20 di dittatura fascista). In due giorni si recò alle urne il 90% della popolazione, composta da uomini e, per la prima volta anche da donne. Un enorme traguardo per il mondo femminile, ottenuto dopo diversi tentativi, prima nel 1881 e poi nel 1907.

Ma il popolo italiano non fu chiamato solo a decidere tra due forme di governo: col referendum si dovettero eleggere anche i componenti dell’Assemblea Costituente, che ebbe, in seguito, lo scopo di redigere la Costituzione. Fu così che il 10 giugno la Corte di Cassazione annunciò i risultati elettorali e la vittoria della Repubblica (con uno scarto di 2 milioni di voti, ndr), qualche giorno dopo Alcide De Gasperi assunse la funzione accessoria di capo provvisorio dello stato come Presidente del Consiglio e successivamente l’Assemblea elesse Enrico De Nicola come primo capo dello stato provvisorio. Quest’ultimo divenne ufficialmente il primo presidente della Repubblica il 1° gennaio 1948, in seguito all’entrata in vigore della Costituzione.

Cosa accadde alla dinastia Savoia? Vittorio Emanuele aveva ormai abdicato in favore del figlio Umberto, il quale, preso atto del risultato, lasciò l’Italia per dirigersi in Portogallo.

Ma come si arrivò a questo cambiamento così fondamentale per la nostra nazione?

Verso la fine della Seconda guerra mondiale, la monarchia e Vittorio Emanuele III in particolare erano ormai considerati come i principali responsabili della situazione disastrosa dell’Italia, sia per aver appoggiato il fascismo, ma soprattutto per aver stretto un’alleanza con Hitler ed essere entrati in guerra. Un malcontento che gonfiò nel popolo sempre maggiore sfiducia e voglia di cambiamento. Così, una volta terminata la guerra, il 16 marzo 1946 il principe Umberto decretò che la forma istituzionale dello Stato sarebbe stata decisa mediante referendum.

Cerimonie

Sono tante le commemorazioni della Repubblica, dalle sfilate militari a Roma alla deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto all’Altare della Patria, simbolo di tutti i caduti in guerra e che non sono mai stati riconosciuti. La festa coinvolge diverse Forze armate, come Forze di Polizia, il Corpo Nazionale dei vigili del Fuoco, la Croce Rossa Italiana e alcune delegazioni militari di ONU, NATO e Unione Europea.

E oggi?

A causa dell’emergenza Covid, per il secondo anno di fila, anche nel 2021 non si terrà la consueta parata militare delle Forze armate a Roma, ma sul cielo della capitale sfrecceranno le Frecce Tricolori. Un 75esimo compleanno, quello della nostra Repubblica, più sobrio e a prova di coronavirus.