Cagliari città verde? Forse sì. Ma di rabbia – e un po’ anche di disgusto. Da tempo prosegue, incessante e instancabile, l’impoverimento del patrimonio del Verde pubblico del capoluogo. In agenda, come in un piano distopico, sembra esserci un’esigenza di sfrondare, di togliere, di eliminare, in una visione manichea che si traduce in una gestione quantomeno anacronistica della cura delle piante. Sono pesantissimi gli interventi sul patrimonio arboreo: arrivano spesso a contemplare tagli radicali. Si può continuare così?

Pare di sì. Il Comune prosegue la sua battaglia come un carro armato, a testa bassa, da oltre due anni: dove abbiamo assistito alla capitozzatura delle piante – una tecnica di potatura considerata sbagliata e obsoleta da tutti gli standard europei che consiste nel taglio dei rami appena nel punto di intersezione del tronco  – accompagnata a un indiscriminato taglio di luoghi alberati che hanno – che avevano, purtroppo – un enorme valore storico e ambientale.

Lo sconcertante taglio di quattro Ailantus altissima in via Cammino Nuovo è solo l’ultimo sfregio perpetrato ai danni del verde di Cagliari: quale esigenza può aver portato all’eliminazione di alberi assolutamente sani, come dimostrano le ceppaie che non presentano segni di patologie? Erano bellissime, oltretutto, non a caso quella particolare specie di pianta viene chiamata “l’Albero del paradiso”. Oggi restano solo le mura, morte e nude: gli alberi del paradiso non ci sono più. Anche la recente e brutale capitozzatura di via Firenze è sconvolgente. I moncherini di un tronco sono ciò che resta di piante meravigliose. E purtroppo questi non sono casi isolati.

Ricordate? In un passato recente abbiamo assistito a quanto accaduto nel Largo Carlo Felice con le jacarande, che ancora negli ultimi giorni sono state maldestramente potate, e abbiamo visto ciò che successo in viale Buoncammino con l’abbattimento dei pini. C’è stata la volta del Viale Trieste dove sono stati spennacchiati i Ficus microcarpa e i casi di via Scano e via Pessina.

Edward mani di forbice in confronto all’amministrazione era un dilettante. Eppure proprio in questi giorni il sindaco Paolo Truzzu propone Cagliari come Città verde Europea per il 2024. Intento nobilissimo, per carità: ma in questo contesto sembra quasi uno scherzo. Si punta al verde mentre il settore Parchi del Comune procede in direzione ostinata e contraria, impermeabile alle feroci critiche che piovono da cittadini e luminari: niente pare impensierire l’amministrazione e i suoi tecnici.

Ma non sarebbe doveroso un confronto con altri specialisti del settore – uno su tutti il professor Gianni Bacchetta, ordinario di Botanica all’Università di Cagliari nonché direttore dello storico e curatissimo Orto Botanico della città, che su tutti gli interventi è sempre stato particolarmente critico? Prima di mettere in atto pratiche da molti esperti considerate obsolete, non sarebbe giusto quantomeno allargare il dibattito ad altre autorevoli voci?

Invece da un lato si taglia, dall’altro si propone la candidatura della città a un prestigiosissimo ruolo di ambasciatrice del Verde nel mondo. Chissà come dal Comune la spiegheranno, in Europa, la capitozzatura.

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