daspo-per-8-ultras-sconvolts-and-ldquo-infangato-il-nostro-nome-and-rdquo

“Andate via da Cagliari”. Una pioggia di fischi e insulti ha accolto i giocatori che a fine gara si sono presentati a testa china davanti ai tifosi cagliaritani che ieri hanno seguito la squadra al Penzo in quello che poteva essere il match decisivo per la salvezza. Con un occhio alla partita con il Venezia già retrocesso e l’orecchio al risultato dello scontro di Salerno, i tifosi giunti dall’isola e dalla penisola hanno sperato in un miracolo che si sarebbe potuto clamorosamente avverare. Ma più l’Udinese affossava la Salernitana, meno a Venezia i giocatori rossoblù tiravano fuori la grinta, l’orgoglio e l’attaccamento alla maglia necessari per restare nella massima serie.

Sugli spalti dello stadio di Venezia o davanti alla tv o alla radio, i tifosi rossoblù hanno assistito impotenti ai tentativi quasi inesistenti di Joao Pedro, Pavoletti e compagni di insidiare la porta di un Venezia già retrocesso. Ma hanno sperato. Fino all’ultimo dei lunghi sei minuti di recupero concessi dall’arbitro. Giusto il tempo di vedere Cragno, il portiere rossoblù, avviarsi timidamente nell’area avversaria per il colpo della disperazione. E poi cambiare idea e tornare mestamente nella sua porta in attesa del fischio finale.

Per tutta la durata del match, migliaia di commenti hanno intasato le pagine del web in cui andava in onda la cronaca della partita. Tutti con lo stesso tono. Tutti contro dei giocatori che non stavano giocando il tutto per tutto.

Ma è al triplice fischio dell’arbitro che la rabbia dei tifosi è esplosa. Contro i giocatori che sono andati a salutarli con il capo chino per chiedere scusa. Ma anche e soprattutto contro la società. Per la verità il rapporto tra i tifosi e il presidente Tommaso Giulini non è mai stato idilliaco. Nelle settimane scorse in piazza Michelangelo era apparsa scritta di contestazione contro il patron rossoblù che la curva nord ha spessissimo attaccato durante le partite in casa. Ma adesso su Fb i tifosi chiedono senza mezzi termini al presidente Giulini di andare via. E riferendosi al giornalista Caressa, con cui ieri ha avuto uno scontro su Sky, qualcuno dice: “È stato l’unico che gli ha detto la verità in faccia”.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it