Entusiasmo, amore e lavoro. Tanto, tantissimo lavoro. Questo chiederà Claudio Ranieri ai suoi giocatori a partire dal primo allenamento di questo pomeriggio ad Asseminello. E soprattutto gli chiederà di essere dei veri guerrieri in grado di dare il massimo sul campo ad ogni partita e ad ogni allenamento.

Il mister romano, sbarcato stamattina poco dopo le 10 ad Elmas dopo trentuno anni dalla clamorosa cavalcata che all’inizio degli anni Novanta portò in tre anni il Cagliari dalla C alla A, ha spiegato le ragioni di una scelta sentita e sofferta, quella di tornare finalmente ad allenare il Cagliari.

“Cagliari è la squadra che mi ha fatto diventare grande”, ha spiegato Ranier senza nascondere l’emozione, “ho portato quell’esperienza in ogni altra squadra che ho allenato successivamente. Avevo paura di sporcare quel ricordo bellissimo ma alla fine ho buttato giù il muro e ho deciso di tornare”.

Ranieri ha ringraziato il presidente Giulini per la caparbietà con cui lo ha voluto alla guida della squadra ed ora si aspetta di trasformare in punti sonanti l’entusiasmo che lo sta accompagnando in questa nuova avventura a Cagliari.

Nessuna prrvisione, ovviamente. Nè alcuna anticipazione sulle strategie di mercato, né tanto meno sull’arrivo di Naingollan, dato per certo dalla stampa specializzata. “Voglio conoscere la squadra prima di scegliere i giocatori – ha detto – ma sceglierò solo chi vuole davvero restare qua. Ho bisogno di guerrieri che diano tutto sul campo”.

Proprio l’aspetto caratteriale della squadra sarà quello su cui il tecnico romano batterà molto, senza necessariamente schemi e moduli prestabiliti. Nelle scelte degli undici da mandare in campo Ranieri non baderà né agli stipendi, né all’età. Ma soltanto sulla capacità di dare il massimo negli allenamenti e di legare con i compagni di reparto. Perché, ha ricordato più volte, il calcio è uno sport di squadra. 

E il Cagliari è probabilmente una squadra che non si è ancora abituata ad un campionato duro come la serie B. “Dovrò ricordarglielo io che in serie B bisogna lottare su ogni pallone, per ogni singolo centimetro”.

Insomma, un inizio all’insegna della concretezza, quello di Claudio Ranieri, in vista della costruzione del Cagliari del futuro. Con la prospettiva di far ritornare la squadra anche sul territorio, organizzatondo delle partite di allenamento nei campi dell’hinterland cagliaritano per avvicinare i rossoblù ai loro tifosi. E proprio per tifosi arriva un appello: non fischiare la squadra durante le partite, anche sevsta giocando male, ma sostenere sempre la squadra, lasciando fischi e critiche al dopo partita. Perché per un giocatore non c’è nulla di più demoralizzante che essere fischiato dai propri tifosi mentre sta giocando.

Come a dire: al di là della tecnica, dei moduli e delle tattiche, nonostante i contratti milionari, il calcio è ancora giocato soprattutto con le gambe, il sudore, il cuore e le emozioni. Bentornati nella nuova era Ranieri. E bentornato mister. 

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