Sono sempre più gli stranieri che vivono in Sardegna.

Alla fine del 2023 si contavano 51.980 residenti, con un aumento di 41.652 unità rispetto al 2001 e un’incidenza sulla popolazione complessiva che passa dallo 0,6% al 3,3%. Questa incidenza arriva al 4,2% se si considera che l’aumento dei matrimoni misti e la maturazione dell’anzianità di ingresso delle prime ondate migratorie ha permesso a 13.235 residenti stranieri di avere la cittadinanza italiana nel corso dell’ultimo ventennio.

È quanto emerge dall’ultimo report del Centro Studi della Cna Sardegna che considera le dimensioni reali della attuale presenza straniera in Sardegna alla luce delle acquisizioni di cittadinanza. Un fenomeno che, come vedremo, riguarda soprattutto le principali aree urbane: a Cagliari, già oggi, la percentuale di residenti di origine non italiana (stranieri o cittadini italiani di recente acquisizione) arriva infatti addirittura al 7,5%.

“Nell’arco dell’ultimo ventennio la Sardegna si è trasformata da regione storicamente caratterizzata da intensi fenomeni di emigrazione, a regione destinataria di flussi migratori”, commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna. “Ci si è trovati a fronteggiare, senza molta esperienza, le problematiche dell’accoglienza e dell’integrazione che costituiscono l’asse portante di una società multietnica armonica e coesa. Considerando che si tratta di un fenomeno in crescita, destinato a protrarsi nei prossimi decenni e a raggiungere valori importanti soprattutto nelle principali aree urbane sarà necessario gestirlo in maniera appropriata. Per definire strategie adeguate all’integrazione culturale e la convivenza civile, bisognerà porre il tema della società multietnica ai primi posti dell’agenda politica”.

La ricerca evidenzia in primo luogo come l’andamento in calo della popolazione residente in Sardegna trovi inesorabile conferma ad ogni nuovo rilascio della statistica demografica. Si tratta infatti di un fenomeno ormai consolidato, frutto del processo di invecchiamento della struttura per età della popolazione che, facendo prevalere in maniera sempre più vistosa il numero di decessi rispetto a quello delle nascite, porta il bilancio naturale in negativo, fino a superare, dal 2010 in poi, il valore del saldo estero.

La ricerca evidenzia in primo luogo come l’andamento in calo della popolazione residente in Sardegna trovi inesorabile conferma ad ogni nuovo rilascio della statistica demografica. Si tratta infatti di un fenomeno ormai consolidato, frutto del processo di invecchiamento della struttura per età della popolazione che, facendo prevalere in maniera sempre più vistosa il numero di decessi rispetto a quello delle nascite, porta il bilancio naturale in negativo, fino a superare, dal 2010 in poi, il valore del saldo estero.

Sul fronte degli stranieri, invece, alla fine del 2023 si contavano 51.980 residenti, con un aumento di 41.652 unità rispetto alle rilevazioni del 2001, e un’incidenza sulla popolazione complessiva che è passata dallo 0,6% al 3,3%.

“Le dimensioni del fenomeno – evidenzia l’associazione artigiana – sono più rilevanti di quanto appaia. I dati sulla presenza straniera, infatti, assumono una connotazione diversa se vengono interpretati alla luce delle acquisizioni di cittadinanza italiana da parte degli stranieri che, nel corso dell’ultimo ventennio con l’aumento dei matrimoni misti e la maturazione dell’anzianità di ingresso delle prime ondate migratorie, hanno registrato un’accelerazione, giungendo al record storico di quasi 1.700 acquisizioni di cittadinanza nel 2023”.

Effettuando un bilancio per l’intero periodo 2002-2023, il conto dei nuovi cittadini italiani porta ad una cifra ragguardevole, precisamente 13.235 abitanti che dal conto dei residenti stranieri sono confluiti nel conto dei residenti italiani.

Alla luce di questa riflessione la ricerca della Cna sarda definisce le proporzioni reali del fenomeno in Sardegna: senza il contributo derivante dai cambi di cittadinanza, la riduzione effettiva dei residenti italiani sarebbe stata assai maggiore, da 103mila residenti in meno ad oltre 116mila, in termini relativi, dal -6,4% al -7,2%.

Inoltre, considerando complessivamente i residenti stranieri e gli stranieri che nell’ultimo ventennio hanno acquisito la cittadinanza italiana, l’incidenza sulla popolazione complessiva passa dal 3,3% al 4,2%. Il fenomeno è destinato a protrarsi nei prossimi decenni raggiungendo valori importanti soprattutto nelle principali aree urbane: già oggi a Cagliari la percentuale di residenti di origine non italiana (stranieri o cittadini italiani di recente acquisizione) arriva al 7,5%.

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