Le nuove misure decise dal Comune di Cagliari sui venditori ambulanti storici, noti affettuosamente come “caddozzoni”, stanno provocando dure reazioni. A scagliarsi contro l’amministrazione è il segretario dell’Ugl Andrea Geraldo, che condanna apertamente l’aumento dei canoni di occupazione del suolo pubblico e l’obbligo di spostare i mezzi ogni 18 ore.
“Il Segretario dell’Ugl di Cagliari Andrea Geraldo esprime la sua ferma condanna nei confronti di queste misure che, oltre a gravare pesantemente sulle già fragili condizioni economiche di questi lavoratori, mettono a rischio una parte fondamentale della nostra cultura e identità cittadina” scrive il sindacato in una nota.
“L’aumento esorbitante dei canoni di occupazione del suolo pubblico e l’obbligo di spostare i mezzi ogni 18 ore rappresentano un attacco diretto a chi, da anni, contribuisce a rendere Cagliari viva e accogliente”. Per l’Ugl, “questi ambulanti non sono solo venditori, ma veri e propri simboli di una tradizione che è parte integrante del nostro tessuto urbano. Il loro operato non solo offre opportunità di lavoro, ma arricchisce anche l’esperienza di residenti e turisti, creando un’atmosfera unica che caratterizza la nostra città”.
Poi l’attacco diretto al primo cittadino: “È inaccettabile che il sindaco Massimo Zedda e l’amministrazione comunale restino in silenzio di fronte a questa strategia distruttiva. La mancanza di dialogo e di ascolto nei confronti di categorie di lavoratori che già affrontano enormi difficoltà è un segnale preoccupante di una governance che sembra non avere a cuore il benessere dei suoi cittadini”.
L’Ugl chiede quindi “un’immediata revisione di queste norme, una moratoria sugli aumenti dei canoni e l’implementazione di misure che possano sostenere i venditori ambulanti, piuttosto che affossarli”.
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