Gli avvocati difensori di Mesina avevano chiesto maggiore celerità per la discussione dell’udienza sul differimento della sua pena. Oggi, ad oltre un mese dalla sua morte, il tribunale di Milano ha fissato la data, indicando il prossimo 11 giugno.
Una decisione che ha lasciato parecchio sconcerto, come rimarcato da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo, Diritti Riforme”: “Apprendere che in Camera di Consiglio il prossimo 11 giugno si discuterà del differimento pena di un detenuto sapendo già che è deceduto da due mesi lascia senza parole e aggrava la responsabilità delle Istituzioni nei confronti di una persona privata della libertà le cui condizioni di salute erano gravemente compromesse”.
“La salute delle persone non può avere aggettivi – prosegue Caligaris – perché è sancita dalla Costituzione per buoni e cattivi. Non può essere quindi un atto formale di convocazione di un cittadino già deceduto a ripristinare l’ordine delle cose, anzi evidenzia un tratto di “trascuratezza” che aumenta il discredito delle Istituzioni”.
La presidente di Sdr poi rincara la dose: “Insomma il prossimo 11 giugno la Camera di Consiglio, in assenza del convitato, trarrà delle conclusioni. Spero che almeno in quella circostanza, vista l’impossibilità del detenuto di evadere, conceda il differimento della pena con una motivazione fondata sulla documentazione rendendo così almeno post mortem onore alla liceità dell’istanza”.
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