Siamo un gruppo di medici e infermieri che non può star in silenzio di fronte al vergognoso teatrino che sta andando in scena in questi giorni nei consigli comunali, sui giornali e di fronte ai presidi ospedalieri Galluresi.

Abbiamo assistito alla passerella del Sindaco di Olbia Settimo Nizzi che il giorno 2 Luglio 2020 affermava “La salute è una priorità della nostra comunità e dei nostri ospiti, perciò senza adeguate misure non permetteremo che venga spostata mezza figura professionale dall’ospedale Giovanni Paolo II verso altri lidi”.

Abbiamo usato non a caso il termine “passerella politica” perché ci piace pensare che il nostro primo cittadino si senta realmente responsabile della salute dei suoi cittadini e, tra questi, coloro di cui proprio in questi giorni sostiene di aver a cuore la sorte: medici e personale ospedaliero.

Cari cittadini galluresi e sardi, sappiate che all’Ospedale Giovanni Paolo II non tutto il personale ospedaliero ha mai avuto alcun controllo (tampone o altro) per verificare se è affetto da Coronavirus. Solo alcuni di noi, ed esclusivamente a Marzo 2020 (con l’attesa dell’esito di almeno una settimana per mancanza dei reagenti) hanno effettuato il tampone e potuto appurare se avessero o meno il Covid-19.

Voi immaginate che da Marzo 2020 a Luglio 2020 (circa 4 mesi) molti di noi entrano quotidianamente in contatto con pazienti, ai quali viene somministrato il tampone, ma senza che il personale medico-sanitario sappia se è positivo meno a questo virus. Qualora qualcuno di noi risultasse positivo sarebbe ancora più difficile gestire questa carenza di personale, e dunque le parole del sindaco Nizzi “tutti quelli che lavorano in ospedale saranno sottoposti a controllo” (del 23 Marzo 2020) rimangono ad oggi.. solo belle parole appunto.

Dopo il “palco” fatto montare dall’amministrazione comunale di fronte all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia e al flashmob del 15 Luglio, alla quale molti di noi in buona fede hanno partecipato, stiamo realizzando che la classe politica sta continuando a prender per i fondelli chi lavora negli ospedali e questo non è più accettabile.

Il saluto all’amministrazione Comunale olbiese, da parte del portavoce della protesta del 15 Luglio (Pietro Spano) di fronte all’ospedale, ci rifiutiamo “ammetterlo” come un atto dovuto, laddove la maggior parte del personale medico-sanitario è ben consapevole di quali sono le ragioni per cui ci troviamo da anni in questa situazione.

Gli ospedali pubblici, che chi scrive questo comunicato si rifiuta di chiamare Aziende (poiché i nostri sono pazienti e non clienti), sono stati vittima di un disegno di progressiva distruzione della sanità messo in atto e sostenuto dalla classe politica che oggi fa presidi e dalle opposizione.

Ci siamo stancati di esser chiamati “eroi” dalla stessa classe politica che oggi fa dichiarazioni (o teatrini) e nel tempo ci ha tolto risorse e tutele indispensabili per poter svolgere con serenità un mestiere che amiamo.

Dobbiamo ringraziare chi da anni lotta, spesso al posto nostro, giacchè spesso viviamo in un clima di costante velata minaccia se ci permettiamo di alzare la testa o ad esempio parlare con la stampa.

Ma siamo stanchi di esser presi in giro e usati come ago della bilancia per le campagne elettorali.

In un articolo pubblicato in un giornale locale il 16 luglio leggiamo che l’A.d. Giovanni Raimondi dichiara “Il Mater non è una clinica privata. È aperto alla collaborazione con tutte le altre strutture pubbliche del territorio”.
Il Mater non è mai stato, e ve lo assicuriamo noi che lavoriamo in ospedale, di alcun supporto all’attività del Giovanni Paolo II di Olbia. L’unico sostegno che hanno dato all’ospedale dove lavoriamo è stato quando il Mater è “diventato” Covid-Hospital.

Ma la scelta di dar supporto, solo in quel caso a quanto ci risulta, alla struttura pubblica in cui lavoriamo non è avvenuta certo per motivi umanitari, giacché proprio per questo al Mater è arrivato un sostanzioso finanziamento.

Il Mater è anni luce dalle parole dell’a.d. dell’Azienda (della Qatar Foundation) Raimondi, che dichiara quanto segue. Il Mater “un ospedale che svolge una funzione pubblica, […] aperto alla collaborazione con tutte le altre strutture pubbliche del territorio. Se si manifestano delle necessità consideriamo naturale mettere a regime le sinergie presenti sul territorio, avendo tutti l’unico fondamentale scopo di garantire ai cittadini prontezza e qualità delle cure”.

Vi possiamo assicurare che l’unica volta che si è reso necessario un trasferimento (per un intervento urgente) di un paziente dal Giovanni Paolo II al Mater Olbia è stato di una una vera e propria impresa realizzarlo. Solo dopo tanto tempo siamo riusciti a farlo accogliere nella struttura. Non c’è stata mai alcuna collaborazione del Mater con nessun reparto dell’Ospedale pubblico dove lavora chi scrive questa lettera.

Come operatori dell’ospedale ci auguriamo che colleghi e cittadini riflettano su ciò che sta accadendo, perché altrimenti saremo ancora una volta “usati” da chi della salute dei cittadini e delle sorti della sanità pubblica non ha alcun interesse.

Medici e infermieri