“No, non era vero niente. Non è vero che tre pazienti fragili su quattro in Sardegna hanno rifiutato il vaccino. Nessuna fuga, nessun sospetto diffuso come scritto da alcuni giornali che, incolpevoli, hanno riportato per filo e per segno le parole del Presidente della Regione. È vero il contrario: la stragrande maggioranza degli aventi diritto non è stata nemmeno contattata, superata da un esercito di furbi”, comincia così il duro attacco di Francesco Agus, consigliere regionale in quota Progressisti, circa la notizia della scarsa adesione da parte dei cittadini alla campagna vaccinale sarda.

“Il dato comunicato dal Presidente in Consiglio regionale durante Sa Die (“questa è la regione in cui martedì si è telefonato a 14mila persone considerate fragili o fragilissime per vaccinarle con Pfizer ricevendo una risposta positiva solo da 3800 di queste”) era una mistificazione. Oggi parzialmente corretta dall’Ats (a cui abbiamo chiesto formalmente i dati del Cup) che ha spiegato che in realtà nella gran parte dei casi non si è trattato di rifiuti”, sono le parole del consigliere, affidate a un post pubblicato su Facebook.

“Oggi scopriamo che tra gli 11mila che hanno detto no alla vaccinazione sono infatti comprese:

  • le persone allettate che necessitano di un intervento a domicilio, per cui la Regione è in gravissimo ritardo;
  • le persone che necessitano di un consulto medico specialistico prima di potersi vaccinare;
  • le persone temporaneamente impossibilitate a essere vaccinate (perché convalescenti o indisposte);
  • le persone che non hanno modo di essere accompagnate all’hub vaccinale con poco preavviso;
  • le persone che non risiedono più nell’isola;
  • le persone contattate ad un numero vecchio, inesistenti o errato a causa di evidenti problemi organizzativi non risolti in quattro mesi di campagna vaccinale”.

“Il commissario dell’Ats non cita il caso delle tante famiglie di persone decedute contattate in questi giorni. Spero che almeno in questo caso si sia avuto il buonsenso di non considerare il loro rifiuto postumo come un atto antivaccinista. Quindi, accanto a un numero di persone che rifiutano il vaccino, che immagino fisiologicamente simile a quello di altre regioni, ci sono una marea di casi enormemente maggioritari di persone che non possono recarsi negli hub vaccinali o che addirittura attendono un primo contatto – e conclude Agus – ribadisco quanto detto ieri: far passare le persone che non possono alla stregua di persone che non vogliono è un atto di un cinismo politico disarmante. E poi, mi chiedo: che senso ha diffondere dati errati in questo modo? Aiuta a migliorare il rapporto tra cittadino e istituzioni? Favorisce l’andamento della campagna vaccinale?”.