Assolti perché il fatto non sussiste, questa la sentenza emessa oggi al termine dell’udienza presso il Tribunale di Sassari dal giudice De Luca a conclusione del processo di primo grado nei confronti dei 22 imputati accusati dalla Procura di aver violato la Legge Scelba in occasione dei funerali del prof. Giampiero Todini il 2 settembre 2018.

Gli imputati, a margine del funerale del docente universitario Giampiero Todini celebrato il 2 settembre 2018 nella parrocchia di San Giuseppe, a Sassari, resero omaggio al feretro con il saluto romano, per strada, sul sagrato della chiesa, alzando il braccio destro e rispondendo con il grido “Presente” al richiamo “Camerata Giampiero Todini”.

Luigi Todini nelle dichiarazioni spontanee aveva rimarcato che il padre “quando era cosciente e ancora in vita, più volte aveva espresso il desiderio di essere salutato, per l’ultima volta nell’abbandono della vita terrena, con l’omaggio della chiamata del “presente”, rito che si svolge richiamando il nome del defunto, a cui i partecipanti rispondono coralmente con il termine “presente”, significandone la permanenza e vicinanza, seppur in spirito, tra quanti hanno condiviso con lui, durante la vita terrena, l’appartenenza ad una comunità ideale”.

Luigi Todini aveva sottolineato che “l’omaggio reso a mio padre, secondo le sue volontà, non è stato in nessun modo preorganizzato”, e aveva precisato che si trattava di “un fatto circostanziato a quell’occasione, ed in alcun modo sussisteva una volontà apologetica di un periodo storico, né tantomeno esisteva una volontà di inneggiare al disciolto partito fascista. È stata solo ed esclusivamente una cerimonia di commiato nei confronti di un defunto”.

“È altrettanto evidente, però, che uscire a più riprese sulle prime pagine dei giornali, o tra i primi servizi dei TG nazionali, l’ho trovato veramente paradossale perché trattati alla stessa stregua di criminali colpevoli di atrocità mostruose. Ho anche cortesemente declinato l’invito a partecipare in diretta a note trasmissioni televisive sui canali nazionali in prima serata, perché non ritenevo opportuno alimentare polemiche e soprattutto volevo mantenere il riserbo sino alla conclusione del processo. La sentenza di oggi – conclude Todini – rappresenta la conferma che la libertà di opinione e la libera manifestazione del pensiero siano valori costituzionalmente garantiti. La giustizia ha fatto il suo corso”.

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