Due giorni fa, giovedì 12 agosto, è stato pubblicato il primo video da un utente web sul suo profilo Facebook, in cui si vedono due colonne di fumo nero fuoriuscire dall’impianto della Saras, a Sarroch.

Il giorno successivo, venerdì 13 agosto, è l’Associazione Salva il Mare a pubblicare una foto in cui è ancora ben visibile la cortina di fumo nero. Nel post si specifica che la foto è delle ore 14,41.

La stessa associazione, già il 3 agosto aveva pubblicato un altro video con un post che denunciava l’accaduto: “3 Agosto 2021 ore 18.50 circa. Purtroppo si documenta ancora una grossa emissione; la cortina fumogena di colore giallo ha infestato la zona di un acre forte odore di zolfo. Lo stesso lo si percepiva dopo diverse ore nella strada sopraeleva subito dopo la galleria verso Pula. Ancora prepotenza, arroganza e immobilità”.

Ma non è la prima volta che succede: l’ultima risale al 29 giugno scorso, quando gli abitanti del posto avevano assistito allo stesso scenario. Da parte sua, la raffineria aveva risposto che si trattava di un “guasto elettrico”, che aveva causato il blocco degli impianti di raffinazione e di conseguenza l’attivazione del sistema di sicurezza delle torce con associata fumosità.

A distanza di un mese e mezzo, la situazione non è cambiata. Ad oggi, non c’è stata ancora una comunicazione ufficiale per spiegare la cortina di fumo di questi giorni.

Intanto, sui social c’è già chi commenta: “Tanto quest’aria la respiriamo noi”.

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