Nonostante le dune di Piscinas, ad Arbus, siano state denominate il piccolo Sahara italiano e il compendio minerario di Montevecchio sia stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, in Sardegna le tutele e i controlli per questo gioiello ambientale non si sprecano di certo. Anzi. La recente denuncia sulla pagina Instagram Spiaggia di Piscinas evidenzia l’ennesimo episodio di degrado in cui un turismo estremamente dannoso per l’ecosistema isolano e una cattiva gestione dell’ambiente si intrecciano in un mix devastante.

Le fotografie riportate dalla pagina Instagram Spiaggia di Piscinas – postate da un’organizzazione di viaggi per sponsorizzare un avventuroso trip in fuoristrada nella selvaggia Costa Verde – testimoniano come le dune, interdette rigorosamente nel periodo estivo, divengano durante l’inverno dei tracciati su cui divertirsi in fuoristrada, sfrecciando tra i ginepri piegati dal vento.

Ma dalle immagini si capisce anche che il celebre Rio Irvi, il fiume rosso carico di metalli pesanti (ferro, manganese, zinco, cobalto, nichel, arsenico e cadmio) e altri scarti di lavorazione delle vecchie miniere che dopo aver attraversato la Strada provinciale 4 finisce in mare in una pozza rossa di veleni, non solo sia ancora al suo posto, ma addirittura sia diventato un rinomato percorso da attraversare con la jeep. “Chi non ha paura dei graffi e ha voglia di attraversare il fiume deve assolutamente guidare questa traccia”, si legge nella pagina degli organizzatori di viaggi per gli appassionati del genere.

Il fiume rosso – che percorre in più punti la provinciale 4 che da Portu Maga arriva alla spiaggia di Piscinas (in un punto manca il ponte e d’estate tante macchine di turisti rischiano di impantanarsi) – è ancora lì ad avvelenare l’ambiente.

In realtà la Regione Sardegna avrebbe anche attivato un bel progetto di bonifica da 460mila euro, finanziato con risorse dell’Assessorato all’Industria e curato dall’Igea. La bonifica si sarebbe dovuta realizzare entro la scorsa estate, ma non è stata ancora fatta.

Risultato: il piccolo Sahara italiano, d’inverno, è una terra di nessuno, per giunta inquinata.

“Questo è il turismo che non vogliamo – si legge nella pagina Instagram Spiaggia di Piscinas –. Purtroppo, non è un caso raro e ogni anno più episodi simili deturpano un’area delicatissima. Pene più severe e più controllo forse potranno scoraggiare azioni simili. Condividete in modo da far conoscere i cafoni che ancora una volta hanno “abusato” e “violentato” il nostro territorio”.

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