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Questa estate volare in Sardegna via Roma o Milano costerà per i non residenti quasi il 60% in più rispetto al 2019. Una cifra che diventa esattamente il doppio se si considerano anche le spese extra per imbarcare il bagaglio in stiva, che tre anni fa erano incluse nel prezzo.

È quanto emerge da servizio del Corriere della Sera che ha confrontato le tariffe medie dei voli per la Sardegna a giugno 2022, giugno 2021 e giugno 2019. Dall’inchiesta emerge anche che alcuni posti saranno messi in vendita a oltre 920 euro per un’andata e ritorno tra Milano Linate e Olbia.

L’aumento esponenziale dei prezzi, con la stagione ormai alle porte, allarma il settore turistico e anche i gestori aeroportuali che temono di perdere passeggeri scoraggiati dai costi elevati. Della questione si dibatte da tempo in Consiglio regionale.

Lo stesso presidente della Regione Christian Solinas ha auspicato una tariffa unica anche per i non residenti, attribuendo le colpe di questa situazione ai vincoli dell’Unione Europea che ha sempre bocciato questa soluzione.

Ieri anche l’opposizione ha detto la sua. “La Sardegna è diventata un’isola per soli ricchi”, ha spiegato il capogruppo del M5s Roberto Li Gioi durante una riunione di minoranza, evidenziando come nel ponte di Pasqua il costo dei biglietti per una famiglia di quattro persone ammonterà addirittura a 2.500 euro. “È chiaro che con queste cifre i turisti sceglieranno altre mete”.

Le forze di centrosinistra temono che, dopo due anni difficilissimi, anche questa sia una stagione disastrosa. Secondo Gianfranco Ganau, capogruppo del PD, bisogna evitare di discriminare i non residenti, “sottoposti a un regime di libero mercato che comporta tariffe inaccettabili”. Mentre Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, accusa la Giunta di gestire con approssimazione l’annoso problema dei trasporti: “non c’è un’idea, non c’è un progetto”. E in generale la minoranza attacca il presidente Solinas per essersi abbarbicato alla “tariffa unica” che da anni l’Unione Europea ha bocciato, senza riuscire a predisporre un piano B per risolvere una situazione che – stando ai dati esposti dal Corsera – sembra ormai irreversibile.

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