“Ad oggi sono pervenute all’Osservatorio Cybercrime Sardegna diverse segnalazioni, di genitori residenti nel nord e sud Sardegna, riguardanti ragazzini di 11-13 anni che, stimolati dai video di TikTok (accompagnati da musica trap che inneggia alla trasgressione), trasformano gli evidenziatori in coltelli. In alcuni casi sono stati utilizzati per danneggiare oggetti dei coetanei o per ferire un amico/a lievemente”.

La denuncia arriva dal Direttore Osservatorio Cybercrime Sardegna e Master in Criminologia IFOS, Luca Pisano.

“Premesso che: 1) i minori di anni tredici non possono avere un account su TikTok; 2) i genitori sono responsabili (art. 2048 c.c) degli eventuali danni cagionati dal figlio; 3) i minori di anni quattordici (art. 97 c.p) non sono perseguibili in sede penale se commettono reati usando gli “evidenziatori coltelli”, ma si possono comunque strutturare interventi educativi e ri-educativi, rivolti a genitori e figli, curati dai servizi sociosanitari; 4) il Tribunale per i Minorenni può disporre, in questi casi, l’apertura di un fascicolo civile (art. 330, 333 cc, in tema di valutazione delle competenze genitoriali) e/o amministrativo (art. 25 RDL 1404 del 1934 in tema di condotte irregolari del minorenne); 5) le scuole possono (in alcuni casi devono) segnalare alla Procura Minorile presso il Tribunale per i Minorenni questi comportamenti a rischio, soprattutto nei casi in cui gli “evidenziatori coltelli” siano usati contro altre persone; – scrive Pisano – si consiglia ai genitori di vigilare sulle condotte online dei propri figli”.

“Le subculture digitali producono effetti negativi soprattutto in età evolutiva – evidenzia -. E questa è l’ulteriore dimostrazione del problema che ho ripetutamente segnalato. Infine, la responsabilità di questi fenomeni non è imputabile solamente ai genitori ma anche e soprattutto a un sistema economico politico (il neoliberismo) che non crea le necessarie condizioni per tutelare i giovani”.

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