Donare il sangue è roba da grandi? Emozionati e con un po’ di timore, ma determinati a compiere un gesto nobile, gratuito e solidale. Gli studenti dell’Istituto tecnico Salvator Ruju hanno risposto con entusiasmo all’appello dell’Avis, dell’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) e del centro trasfusionale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari.

L’inizio di anno scolastico è partito nel migliore dei modi la mattina del 27 settembre con il progetto “A scuola con l’Avis”, un’iniziativa di sensibilizzazione sul tema della donazione del sangue, degli emocomponenti e delle cellule staminali ematopoietiche.

Una grande partecipazione di studenti e insegnanti che ha consentito la raccolta di 23 sacche di sangue davanti alla scuola di via Porcellana e l’iscrizione al registro dei donatori di midollo osseo.

Diventati maggiorenni da poco tempo e già consapevoli dell’importanza di donare il sangue. “I miei genitori sono sempre stati donatori e in questo modo aiutano le persone. Anche io – afferma Francesca, una studentessa del quinto anno –  ho deciso di farlo oggi e in questo modo posso essere utile”.

Importante il ruolo della famiglia ma anche della scuola che, ormai da alcuni anni, organizza degli incontri formativi e informativi sull’argomento.

Per l’occasione l’Avis ha fornito due autoemoteche davanti alla scuola di via Porcellana e il personale, prevalentemente medici e infermieri, ha spiegato ai ragazzi che con la donazione non si hanno effetti collaterali e anzi fa bene perché favorisce la riproduzione dei globuli rossi.

Giovani diciottenni frequentanti le quarte e le quinte classi, in prevalenza ragazze, che dopo la visita in cui il medico ha misurato l’emoglobina e la pressione, hanno dimostrato sensibilità e coscienza civica.

“Ho deciso di donare per il bene degli altri e lo faccio volentieri – ha dichiarato Angelo, uno studente dell’Istituto – e sto pensando anche di iscrivermi al registro dei donatori di midollo osseo”.

“Quella di oggi è una giornata importante – ha affermato Viviana Cotza, dirigente medico del servizio trasfusionale e presidente dell’Admo – e la partecipazione attiva dei ragazzi che sono qui per donare il sangue e per iscriversi al registro, dimostra quanto siano importanti i momenti di formazione e di sensibilizzazione che facciamo nelle scuole”.

Il midollo osseo, come il sangue, è un emocomponente che può essere solo donato e non può essere prodotto artificialmente. Le possibilità di trovare un donatore compatibile sono molto basse è quindi importante “parlare con i ragazzi e spiegare loro che non ci sono controindicazioni alla donazione – ha proseguito la dottoressa Cotza – e che, chi si iscrive al registro, diventa un potenziale donatore”.

Un’organizzazione efficiente della scuola insieme al contributo importante di Avis, di Admo e del centro trasfusionale dell’Aou di Sassari, ha consentito un’ottima riuscita dell’iniziativa.

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