(Foto credit: Ansa)

Riesplode la protesta dei lavoratori della Portovesme srl in seguito al nulla di fatto durante l’incontro con il Ministero delle Imprese, che avrebbe dovuto portare a una soluzione comune per il futuro degli stabilimenti di proprietà della Glencore.

Gli operai hanno piazzato le tende nella storica Fonderia di San Gavino e indetto una “assemblea permanente” e a Portoscuso alcuni di loro si sono incatenati ai tornelli dell’ingresso.

“È inaccettabile che la proprietà si aspetti da parte del governo ulteriori risorse pubbliche per ridurre il costo dell’energia, per sostenere gli ammortizzatori sociali, per garantire una ipotetica conversione industriale – dicono Fictem, Femca e Uiltec. – La Portovesme srl può godere di un prezzo accessibile dell’energia, della condizione energetica di interrompibilità, del mantenimento del regime agevolato del credito d’imposta. Il gruppo Glencore Spa e la società controllata in questione non hanno più alibi. Non possono che riprendere l’attività, riattivare la produzione”.

Dello stesso avviso anche il Presidente della Regione, Christian Solinas: “Non è accettabile – ha detto il governatore sardo – che in presenza di condizioni oggettivamente favorevoli per la ripresa delle produzioni, quelle medesime condizioni che sono state accettate da altre realtà industriali energivore, Portovesme srl continui ad arroccarsi su argomenti superati o superabili e non a assumersi, pubblicamente, la responsabilità di dichiarare le proprie reali intenzioni”.

Si parla di 1450 lavoratori a rischio tra diretti e indiretti.

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