Un gioco di parole che sfrutta il più comune e in voga “apericena”, questo è l’originale format che unisce, aggrega e include nel segno dell’Opera, della cultura e dell’arte. Ideatore e produttore de “L’OperaCena”, che rappresenta un unicum per modalità a livello nazionale, è il creativo Giorgio Pitzianti che con il suo studio porta avanti, tra diversi progetti di spessore, anche la nuova visione e strategia di posizionamento del Teatro Lirico di Cagliari.
“L’OperaCena è inaspettato, imprevedibile, può essere ovunque e con chiunque” afferma Pitzianti e viene lanciato clamorosamente con un esperimento sociale in un giorno particolare e rischioso. Ospiti di ogni estrazione e categoria sociale, che non si conoscono tra loro, si ritrovano attorno ad un tavolo per accendere un talk conviviale con un “maestro” del Teatro. Domande e risposte, curiosità, favoriscono la divulgazione della cultura, della Lirica e della grande musica, senza tabù e con varie forme di intrattenimento.
Al foyer del Teatro si sono ritrovati i primi ospiti, selezionati in parte attraverso i social ma anche attraverso una profilazione strategica: “perché dovremmo scegliere te?” si legge nelle storie Instagram del Teatro, e via con le più disparate e divertenti risposte da parte degli utenti coinvolti dalla nuova iniziativa.
Giovani, meno giovani, single e coppie, che probabilmente non si sarebbero mai incontrati nella vita, tantomeno a cena, hanno animato la prima serata. Si inizia con il dj set ad accompagnare l’aperitivo di benvenuto e poi via con “L’OperaCena” sposata perl’occasione dallo chef Francesco Zucca che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa dell’esperimento e l’ha in gran parte sostenuta anche economicamente fornendo straordinari piatti nostrani e mettendo a disposizione il suo staff. La Fondazione, lato suo, ha contribuito con 700 euro per favorire l’esperimento sociale e il lancio del format di promozione che ha visto la stupenda partecipazione dei tecnici delle luci, degli impiantisti, dei fonici e di tanti altri senza i quali non si sarebbe potuto far nulla. Durante la serata, il dialogo ha preso vita tra i partecipanti intervallato da momenti artistici e tante curiosità con il maestro Nicola Colabianchi, Sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari,che ha contributo, insieme ad alcuni solisti dell’Opera di Mefistofele, a coinvolgere gli ospiti nell’affascinante opera di Arrigo Boito che torna a Cagliari dopo 62 anni. Presenti dunque, a sorpresa, gli artisti del primo cast Rafał Siwek nei panni di Mefistofele, Marco Berti che interpreta Faust e Marta Mari che interpreterà Margherita con il secondo cast. Accompagnati dal pianista, il maestro Francesco Massimi, i solisti hanno regalato momenti davvero suggestivi e toccanti.
Il Teatro Lirico di Cagliari nell’ultimo anno ci ha ormai abituato ad iniziative virali che stanno permettendo di avvicinare un nuovo pubblico a partire dai più giovani. Salta all’occhio, infatti, la presenza di ragazzi e ragazze prevalentemente under 35 verso i quali la Fondazione ha creato promozioni vantaggiose riducendo il costo del biglietto del 50% e incentivando così le presenze. Ma quanto accaduto ieri ha davvero coinvolto i presenti in modo intimo e sorprendente. Confronti, considerazioni, suggerimenti, discussioni e aneddoti hanno contraddistinto l’inedita tavola al punto tale che si sono abbattuti in modo naturale i muri di separazione della classe sociale tra i presenti.
Una suora, una giovane madre, imprenditori, tifosi del Cagliari, dj, artisti, coppie e ragazzi completamente diversi tra loro si sono confrontati in quello che è stato un esperimento sociale davvero innovativo e totalmente riuscito confermato dall’entusiasmo raccolto alla fine dell’OperaCena, arrivando a scambiarsi i contatti e dandosi appuntamento in Teatro proprio per assistere all’opera di Boito.
Si è parlato appunto di Mefistofele, ma in particolare si è vissuto tra racconti ed esperienza sensoriale guidata non solo dal cibo ma dall’ascolto dal vivo di alcune arie dell’opera.
“L’OperaCena nasce come format di promozione degli spettacoli con una grande componente di informazione e divulgazione culturale sul mondo della Lirica, del Balletto e della Concertistica ma con una chiave pop pur sempre autorevole” dichiara Giorgio Pitzianti “lanciarla nel giorno dello sciopero era rischioso ma significava dare maggiore visibilità sia ai lavoratori che scioperavano, quasi creando un apparente scandalo, e allo stesso mettendo in luce il lavoro e la realtà che si vive dentro un Teatro.Un lavoro immenso che c’è dietro le produzioni e le esibizioni affrontando così anche tanti pregiudizi e problematiche che ruotano attorno ad esso e che non permettono di conquistare le nuove generazioni e nuove fette di pubblico.” Questa è statal’occasione per raccontare le storie di persone comuni alla luce dell’opera ma non solo: il format nasce anche per dare voce aprogetti con scopo benefico e sociale così come avvenuto con la presenza di Suor Silvia Carboni e di una rappresentanza “del suo clan” – come lei lo ha definito – che portano avanti il progetto “BorgoTreMani” per la realizzazione di un nuovo centro per l’accoglienza e il supporto di giovani portatori di fragilità. Lei è tra le persone che hanno risposto via social alla domanda posta con “perché faccio del bene” e dopo un approfondimento preventivo è stata invitata a partecipare. Come è avvenuto per Gloria, Cristina, Fabrizio, Marina e due giovani ragazze. Gli altri, Nicola, Silvia, Manuel e Alessando e Aleksandra sono stati scelti per creare la giusta profilazione dell’esperimento.
Il format verrà pubblicizzato nei prossimi giorni e continuativamente nel tempo, ma sulla programmazione, dove e quando verrà fatto, cala il mistero: “Non c’è uno schema, non c’è formalità, può essere deciso anche in giornata come successo per il lancio. L’obiettivo è rendere sempre più cool il teatro dando valore all’enorme lavoro che c’è dietro ogni giorno, riaccendendo i riflettori della società sulla forma d’arte più eccelsa e coinvolgendo proprio tutti.” Le richieste sono state tantissime con un piccolo gioco sulle storie di Instagram ma sono destinate a crescere con la “contaminazione” che avverrà, segno di una chiave moderna e necessaria per attrarre ulteriori spettatori, che verrà replicata certamente su scala nazionale. “Serve il gioco di squadra e lottare tutti per l’obiettivo comune. Ringrazio davvero i lavoratori che ci hanno permesso di dare vita ad una splendida serata per valorizzare il lavoro di tutti senza eccezioni.” conclude Pitzianti.
Non ci rimane che seguire appassionatamente l’evolversi del progetto per una iniziativa di marketing senza precedenti non solo in Sardegna ma forse a livello internazionale nel settore.