C’è uno sguardo che trasforma la banalità del quotidiano in poesia visiva. Francesca Tiboni, fotografa che vive a Cagliari da vent’anni, porta a Milano immagini che catturano frammenti dei quartieri cagliaritani nella mostra collettiva Ultrabanale, un progetto curato da Maurizio Beucci che invita a scoprire la straordinarietà del quotidiano, trasformando i dettagli più semplici in storie visive.

Attraverso i suoi scatti, la fotografa ci spinge a riconsiderare ciò che spesso ignoriamo: il già visto, il banale, il familiare. Mettendo in discussione l’idea che una fotografia debba sempre sorprendere. É un invito silenzioso a riflettere.

Perché ciò che vediamo merita una fotografia? Un edificio verde che appare all’improvviso, uno stendino aperto in strada, dei cartelli stradali che sembrano un dipinto cubista.

La mostra è visitabile dal 30 gennaio al 29 marzo presso la Galleria Leica in via Giuseppe Mengoni 4 a Milano. Francesca Tiboni ha ottenuto un importante riconoscimento con uno scatto realizzato sulla spiaggia del Poetto, finalista del concorso Leica Fotografie International My Picture for the Future.

La fotografia è stata selezionata tra le migliori su oltre 10.000 partecipazioni da tutto il mondo, distinguendosi come unica opera italiana finalista.

L’immagine, scattata dopo un temporale, mostra un Poetto trasformato in uno scenario post-apocalittico, l’unico segno della presenza umana sono delle sedie abbandonate in quello che sembra un enorme mare calmo. Un richiamo all’impatto del cambiamento climatico, ma che al contempo evoca l’idea di un’attesa serena e piena di speranza.

La ricerca fotografica di Francesca Tiboni si concentra da sempre sui margini, sia geografici che sociali. Dalla street photography al ritratto, il suo lavoro indaga la vita delle periferie urbane e dei luoghi più ordinari, rivelandone la profondità nascosta.

Francesca Tiboni è anche co-fondatrice di Women in Street Italy, la prima comunità italiana dedicata alla fotografia di strada al femminile, creata insieme a Barbara Di Maio.

Le abbiamo chiesto su cosa sta lavorando: “In questo momento sono impegnata in un progetto che si intitola Boys Don’t Cry nel quale sto esplorando il tema della vulnerabilità maschile attraverso scatti di nudo, cerco di dare uno sguardo che sfida gli stereotipi e mette al centro l’intimità e la fragilità emotiva”.