Pensare a Giuseppe Dessì significa entrare in contatto con luoghi vicini, di una Sardegna certo lontana, ma i cui temi si riverberano ancora oggi. A distanza di quasi 50 anni dalla sua morte.
Debora Aru guida la Fondazione Dessì, l’ente che a Villacidro si occupa di tenere vivo il faro della memoria sulla vita e sulle opere dello scrittore. Un impegno che ogni giorno permette la valorizzazione di una figura piuttosto rilevante nella cultura sarda.
Com’è essere presidente della Fondazione Dessì?
Decisamente interessante. Sicuramente comporta molte responsabilità. Al tempo stesso è molto gratificante, rappresenta un bel percorso.
Che lavoro state portando avanti?
Ci siamo prefissati di valorizzare il messaggio di Giuseppe Dessì. Quest’anno, in particolare, ricorre il 40esimo del Premio Letterario e dunque stiamo cercando di dar ulteriore valore alla lettura delle sue opere. È un lavoro che stiamo portando avanti con le scuole. E stiamo cercando di riproporre le opere e il messaggio di Dessì in vari contesti, in territori che vengono citati nei suoi libri.
Quanto è attuale la figura di Dessì ancora oggi?
Intanto la figura del Dessì è importante perché è un pezzo della nostra storia. Ha raccontato la Sardegna, il nostro territorio, la nostra cultura, le nostre tradizioni. Ha parlato dell’ambiente, del ruolo della donna. Sono temi ancora attuali. Nonostante la realtà sia cambiata rispetto ai tempi che ha vissuto, ma anche la mentalità, la cultura… ecco è rimasto molto dei temi che ha raccontato. Sono ancora piuttosto attuali.
Che rapporto si è instaurato tra il Premio Dessì e il territorio?
È chiaro che il Premio è un’occasione di confronto per tutti i Villacidresi. È l’occasione ideale per approfondire temi, vedere autori, scrittori, artisti di rilevanza nazionale. Il Premio dà rilevanza al paese e ha ricadute economiche evidenti. Per noi è un importante momento di scambio culturale.
Personalmente a quale opera di Dessì è legata?
Sono legata a “Paese d’ombre”. È un libro che ho letto a scuola, alle elementari. È quello che mi ha colpito di più. Il motivo? Per come sono descritti i luoghi e tutte le vicende. Le sento molto vicine.
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