Un recente rapporto della Banca d’Italia, presentato oggi, delinea un quadro dell’economia sarda in crescita, pur evidenziando alcune sfide imminenti. Particolari preoccupazioni emergono dai settori dell’industria e dell’agricoltura, soprattutto a causa dei dazi.
Nel 2024, il Prodotto Interno Lordo (PIL) regionale ha registrato un aumento dello 0,9%, un dato in linea con la media del Mezzogiorno e leggermente superiore a quella nazionale. Il comparto dei servizi si è distinto positivamente, beneficiando di una ripresa vigorosa della domanda turistica rispetto al 2023. Al contrario, il settore del commercio ha mostrato una dinamica meno brillante, risentendo della generale debolezza dei consumi.
Un dato particolarmente incoraggiante riguarda l’occupazione, cresciuta del 2,6% nel 2024. Questo incremento è stato più marcato rispetto all’anno precedente e superiore alla media italiana, portando i livelli occupazionali a superare quelli pre-pandemici. La partecipazione al mercato del lavoro ha continuato a espandersi, salendo di 0,6 punti percentuali al 63,1%, un aumento spinto in particolare dalla componente femminile. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione è sceso all’8,3%. Anche gli investimenti pubblici hanno segnato un aumento significativo, quasi un quinto in più rispetto al 2023, grazie alla progressiva attuazione del PNRR: ad aprile 2025, la Sardegna aveva ricevuto assegnazioni per 4,7 miliardi di euro, pari a 3.034 euro pro capite, un valore superiore alla media nazionale (2.414 euro).
Infine, la transizione energetica in Sardegna è proseguita, con un’aggiunta di 0,4 gigawatt di capacità da fonti rinnovabili nel 2024. Tuttavia, il rapporto sottolinea che il ritmo attuale è leggermente più lento di quanto necessario per raggiungere gli obiettivi governativi fissati per il 2030 (che prevedono 6,3 gigawatt aggiuntivi rispetto al 2020).
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