Regione Allarme cheratocono, in Sardegna colpisce un giovane su 40

Allarme cheratocono, in Sardegna colpisce un giovane su 40

La malattia, classificata a livello nazionale come "rara", nell'isola sembrerebbe avere una diffusione molto più ampia

Crediti foto: Ansa

La questione del cheratocono, una patologia degenerativa della cornea, è stata al centro di una conferenza stampa tenuta dai consiglieri regionali del Gruppo Misto, i quali denunciano una situazione allarmante in Sardegna. La malattia, classificata a livello nazionale come “rara”, nell’isola sembrerebbe avere una diffusione molto più ampia.

Alessandro Sorgia (Lega) ha spiegato che “in Sardegna il fenomeno assume proporzioni inedite: i dati preliminari raccolti dai nostri clinici parlano di una prevalenza del 2,6% fra gli adolescenti, vale a dire un giovane su quaranta”. A fronte di questa “bomba a orologeria”, la risposta esiste ed è il cross-linking corneale (cxl), un trattamento che blocca la malattia nel 90% dei casi con un costo nettamente inferiore rispetto a un trapianto di cornea.

Tuttavia, i consiglieri hanno evidenziato un paradosso: “in tutta l’isola soltanto l’ospedale di Nuoro può erogare la procedura in regime pubblico, con liste d’attesa che superano però l’anno”. Chi non può aspettare deve rivolgersi al privato, con costi elevati.

Per questo motivo, è stata protocollata una mozione che chiede lo stanziamento di 30.000 euro per acquistare un dispositivo cxl anche per l’oculistica universitaria di Cagliari. La mozione propone inoltre di istituire un altro polo pubblico a Sassari, creare un registro regionale del cheratocono e un fondo annuale da un milione di euro per garantire trattamenti gratuiti e lenti a contatto specialistiche.

“Con un investimento irrisorio rispetto ai bilanci sanitari”, ha rimarcato Sorgia, “possiamo salvare la vista a centinaia di ragazzi e risparmiare alla Regione interventi chirurgici molto più onerosi”.

L’emendamento da un milione di euro all’assestamento di bilancio, annunciato da Stefano Schirru (Alleanza Sardegna), punta a destinare risorse a un reparto del Microcitemico di Cagliari dedicato alle malattie rare, che attualmente non è operativo per mancanza di fondi.

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