La Sardegna si colloca al 7° posto in Italia per incidenza di povertà relativa, con un tasso del 15,9% che interessa 118mila famiglie, pari a circa 270mila persone. Ancora più preoccupante è la povertà assoluta, che colpisce il 10,5% delle famiglie, ovvero 180mila abitanti dell’Isola.
A sollevare la questione sono le Acli Sardegna, che denunciano come molte famiglie non possano permettersi neppure le colonie estive o altri servizi per i figli. “Dobbiamo preservare gli spazi di gratuità che ancora esistono – spiega il presidente regionale delle Alci, Mauro Carta – e che rendono possibile e accessibili per tutti le esperienze della vita, e attivare processi virtuosi affinché chi vive in stato di povertà ne esca. Questo spetta alla politica attraverso i meccanismi determinati dall’adozione e attuazione di leggi mirate”.
Il Reis, reddito di inclusione sociale, ha finora sostenuto 27mila famiglie, ma secondo le Acli non basta. Per invertire la tendenza, l’associazione sottolinea la necessità di riattivare i processi di programmazione degli ambiti Plus, di favorire una maggiore integrazione tra politiche di istruzione, formazione professionale, lavoro e sviluppo economico, e di rendere operativi i comitati di garanzia della legge sul Reis, rafforzando anche la programmazione dei fondi comunitari.
Inoltre, viene proposto di incentivare la coprogettazione con il terzo settore e di introdurre formule innovative che permettano un’integrazione più efficace con le misure nazionali di sostegno alla povertà.
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