Il caso del neonato deceduto all’ospedale Pertini di Roma nella notte tra il 7 e l’8 gennaio scorsi ha scosso l’opinione pubblica per giorni. Com’è possibile che ancora oggi si assista a una tragedia di questo tipo? “Servono azioni appropriate migliorative per garantire dei servizi alla maternità sempre più accessibili ed accettabili e al passo con i tempi che mutano”, ha detto la Federazione degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO).

Tra i punti centrali, presentati in una nota dai professionisti, c’è senza dubbio la mancanza di personale ostetrico, oltre alla problematicità del modello rooming-in in Italia.

Stando al rapporto Istat 2020 riguardo la presenza di ostetriche a livello nazionale, si registrano 17.239 professioniste in totale per una media di 2,9 unità per 10mila abitanti.

A fare meglio tra le regioni italiane, superando di gran lunga la media nazionale, è la provincia autonoma di Trento: qui le neomamme possono contare su 272 ostetriche per una media di 5 ogni 10mila abitanti. Seguono l’Umbria con 388 professioniste (4,47), il Trentino Alto-Adige con 453 unità per una media di 4,2, la Valle d’Aosta con 50 ostetriche e una media di 4,01, e il Molise con 114 professioniste per una media di 3,83.

Appena dopo, in sesta posizione, c’è la Sardegna, dove si contano 556 ostetriche per una media di 3,47. Anche in questo caso, il dato supera quello nazionale e anche quello della vicina Sicilia, dove a fronte di 1137 professioniste si registra una media di 2,34.

Se si guarda al Nord, la situazione è piuttosto variegata. Oltre alle regioni già menzionate, a superare la media nazionale ci sono la Provincia autonoma di Bolzano (3,39 per 181 unità complessive), l’Emilia Romagna (3,36 per 1494 professioniste in totale), e appena dopo la Toscana con una media di 3,35 per un totale di 1236 ostetriche. La Lombardia raggiunge la media nazionale con 2,9 professioniste ogni 10mila abitanti (2897 in totale), seguita dal Piemonte che invece registra una media inferiore a quella italiana con il 2,76 per un totale di 1187 e il Veneto con 2,58 per un numero complessivo di 1260.

La regione del Lazio, dov’è accaduto il tragico episodio, può contare su 1637 professioniste per una media di 2,85, inferiore a quella nazionale.

Al Sud, i numeri son al di sotto della media italiana con la Basilicata in testa con una media di 3,17 su 174 unità complessive, seguita dall’Abruzzo con una media di 2,83 per 364 professioniste in totale. A parimerito, con una media di 2,73 ci sono Campania (1547) e Puglia (1075). Agli ultimi posti della classifica, invece, si trova la Calabria con una media di 2,29 per un totale di 429 unità.

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