Dei 20 mila ettari colpiti dagli incendi che nell’ultima settimana hanno flagellato l’Oristanese circa il 30% è già caratterizzato da una pericolosità medio-elevata al rischio idrogeologico. Ma questo rischio aumenta in maniera esponenziale dopo che i territori sono percorsi dagli incendi. A lanciare l’allarme è l’Ordine dei Geologi della Sardegna che si mette a disposizione delle istituzioni regionali e della Protezione Civile per fornire supporto e assistenza nella valutazione del possibile e conseguente incremento del rischio geologico nelle aree colpite.

“I territori attraversati dagli incendi divengono assai più vulnerabili ai fenomeni di dissesto idrogeologico, al dilavamento dei suoli, all’aumento del carico solido nei corsi d’acqua ed al progressivo impoverimento delle risorse idriche sotterranee – spiega il presidente Davide Boneddu -. Per superare quanto prima la fase di emergenza, l’Ordine dei Geologi ha dato disponibilità per eseguire le analisi ed i monitoraggi che consentano una puntuale verifica delle effettive situazioni di potenziale rischio geologico per una successiva individuazione delle più opportune misure di mitigazione.

L’Ordine regionale dei Geologi evidenzia dunque l’urgenza e l’inderogabilità di investire risorse ed energie adeguate per predisporre un efficace piano di messa in sicurezza esteso all’intero territorio regionale, da finanziare con i fondi previsti nel PNRR, che permetta di intervenire con incisive azioni finalizzate alla prevenzione dei rischi e non più solo alla mera gestione delle ormai troppo ricorrenti emergenze

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